Si celebra oggi la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Dopo la manifestazione di ieri a Roma, dove migliaia di persone sono scese in piazza insieme all'associazione "Non una di meno", oggi a parlare in occasione della ricorrenza è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

"Nel nostro Paese il fenomeno della violenza sulle donne è ancora tragicamente alto e la sua denuncia ancora troppo reticente. Si devono, quindi, favorire le condizioni migliori per superare questo ulteriore ostacolo soprattutto negli ambienti - come quello lavorativo - dove risulta più difficile", ha affermato il capo di Stato.

Mattarella ha ricordato che il fenomeno (e la necessità di contrastarlo) riguarda tutti: "La violenza sulle donne purtroppo non conosce confini geografici, distinzioni di classe o di età: è iscritta in tante singole biografie. In ogni sua forma, fino all'omicidio, non è mai un fatto privato né solo conseguenza di circostanze e fattori specifici, ma si inscrive in una storia universale e radicata di prevaricazione sulla donna".

Il Presidente della Repubblica ha poi ricordato che "ogni ferita fisica e psicologica inferta a una bambina, ragazza o donna, ogni ingiustificata svalutazione delle capacità femminili sono forme di oppressione antica che rendono le donne meno libere, meno uguali, subalterne, infine vittime".

Per questo il primo atto per prevenire le violenze è un cambiamento a livello culturale: "La prevenzione - ha aggiunto il capo dello Stato - avviene soltanto continuando a operare per una profonda trasformazione culturale che trovi il suo miglior esito nella promozione del rispetto e nell'affermazione delle donne nella società".

A queste parole, Mattarella ha aggiunto un vero e proprio appello: "Vanno superate discriminazioni, pregiudizi o stereotipi sui ruoli e sulle attitudini basati sull'appartenenza di genere, iniziando dall'infanzia e in particolare dal mondo della scuola".

GLI ULTIMI DATI - Secondo uno studio dell'Istat, in Italia sono oltre 49mila le donne che si sono rivolte a centri antiviolenza nel 2017.

Tra queste circa 29mila hanno cominciato un percorso per uscire dal tunnel della violenza.

Il 27% delle donne che chiedono aiuto sono straniere, mentre il 63% del totale ha dei figli, spesso ancora minorenni.

(Unioneonline/F)
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