Svolta nel caso di Ilenia Fabbri, la donna uccisa a Faenza lo scorso 6 febbraio.

Nella notte la Polizia di Ravenna ha eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone che risultano indagate, in concorso, per omicidio aggravato.

Si tratta dell'ex marito e di un conoscente della vittima, ritenuti mandante ed esecutore materiale del delitto, e a carico di entrambi sono stati raccolti gravi elementi indiziari.

Il movente sarebbe da ricondurre al profondo astio che l'ex coniuge provava nei confronti della 46enne a causa delle sue pretese economiche.

LE INDAGINI - La mattina del delitto la figlia e l’ex marito della vittima erano partiti per andare a ritirare una macchina. Durante il tragitto, lungo l’autostrada A14, all’altezza dello svincolo per Ravenna, la figlia aveva ricevuto una chiamata dall'amica che aveva trascorso la notte a casa sua. La ragazza terrorizzata le raccontò di avere sentito poco prima la madre urlare e di aver visto, spiando dalla porta della sua camera, una persona, molto alta e di grossa corporatura, che la stava inseguendo. I due in auto dunque erano subito tornati indietro, ma ormai Ilenia Fabbri era già morta.

Le indagini si erano concentrate sull'ex marito e "avevano sin da subito evidenziato il livore che l’uomo provava nei confronti dell’ex moglie per questioni economiche connesse alla loro separazione; astio dimostrato in più circostanze, esternando minacce di violenze fisiche nei confronti della donna", persino "ventilando di incaricare qualcuno" per passare dalle parole ai fatti.

Si era fatta dunque strada l'ipotesi che l'ex marito avesse ingaggiato un sicario, organizzando per se stesso un alibi di ferro per quella mattina.

IL KILLER - L'uomo che avrebbe di fatto ucciso la Fabbri sarebbe un 53enne con precedenti residente in provincia di Reggio Emilia, "dalle fattezze fisiche compatibili a quelle segnalate dalla testimone", con il quale l’ex marito aveva avuto dei contatti prima dell’omicidio.

Il 19 gennaio, rendono noto gli inquirenti, "il telefono dell’ex marito era stato localizzato a Rubiera (RE), nei pressi dell’abitazione del conoscente, e il 20 e 29 gennaio 2021, l’autovettura di quest’ultimo, di colore grigio metallizzato, veniva immortalata a Faenza dal sistema di letture targhe comunale". La videosorveglianza di un distributore aveva dunque immortalato un incontro tra i due.

La macchina in questione poi era presente a Faenza la mattina dell’omicidio ed è stata "vista" dalle telecamere "mentre si aggirava nei pressi dell’abitazione della vittima" e "per un lasso temporale compatibile con l’azione omicidiaria, per poi allontanarsi da Faenza". Quella mattina inoltre l'utenza telefonica del 53enne, in movimento verso Faenza nella notte, all’altezza di Bologna era stata spenta e riaccesa solo una volta dopo essere ritornato in provincia di Reggio Emilia.

(Unioneonline/s.s.-D)
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