Prova «uno tsunami di emozioni» Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'assassinio di Chiara Poggi, ora che c'è un nuovo indagato, Andrea Sempio. «Mi auguro che si possa arrivare alla verità, alla giustizia, per Chiara soprattutto - dice in un'intervista alle Iene in onda domani - per la sua famiglia, per tutti quanti. Vivo con fiduciosa attesa, con speranza. Quello che ho in cuore - aggiunge - è che salti fuori la verità, che venga alla luce tutto quello che deve emergere, che non è ancora emerso. Nient'altro».

In carcere da dieci anni, Stasi dice di credere ancora in una giustizia giusta: «Penso che sia possibile, sempre legata alla volontà delle persone che la gestiscono e l'amministrano». Quello che gli ha tolto il carcere sono «molti anni di vita, sicuramente anni di vita che tu hai diritto di vivere in modo tranquillo come meglio credi, che invece non torneranno mai più». Ha affrontato la condanna definitiva come «quando ti diagnosticano un male incurabile, arriva la notizia, la devi prendere e la devi affrontare per quella che è, non hai alternative, non ci sono piani B, quindi fai quello che devi fare, semplicemente questo». Mai ha pensato di scappare perché «gli innocenti non scappano, assolutamente no».

Lunedì prossimo Chiara Poggi avrebbe compiuto 44 anni e in un'intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera i genitori ricordano che sulla tomba della figlia - uccisa nella villetta di famiglia di Garlasco, in provincia di Pavia, nel 2007 - come ogni anno porteranno un mazzo di rose bianche. «La verità sull'omicidio è già scritta. Se vogliono fare accertamenti li facciano ma la verità resta quella della sentenza definitiva contro Alberto Stasi».

Per Giuseppe e Rita Poggi non è «né giusto né opportuno» che «se ne esca con le dichiarazioni che abbiamo sentito in questi giorni, che rilasci interviste per dirsi innocente o che parli facendo insinuazioni sul dna di Sempio. Vorremmo ricordare al mondo che lui è un detenuto condannato in via definitiva, una sentenza che tra l'altro ha provato a ribaltare più volte con revisioni e ricorsi senza riuscirci. Davvero il giudice di sorveglianza gli dà il permesso di parlare a ruota libera?».

«È allucinante rivoltare la verità in questo modo - spiega Rita Poggi - L'altro giorno sono andata al mercato e ho incontrato persone che mi hanno detto: speriamo nella verità... E io: ma verità cosa? Guardate che sono tutte storie. Eppure questa narrazione delle cose fa confusione nella testa della gente che non conosce gli atti. Si finisce per far passare come vittima il solo colpevole certo che abbiamo. Non è giusto. A noi ci pensa mai nessuno?». «Fanno dei castelli sui dettagli che riguardano Sempio - aggiunge il padre - ma qualcuno può fare dei castelli su tutte le prove che riguardano Stasi?».

(Unioneonline)

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