I venti ricoveri a Napoli nella notte di Capodanno riaprono il dibattito sul consumo di alcol tra giovanissimi, in crescita costante e con conseguenze gravissime proprio in rapporto all'età e al metabolismo epatico non ancora sviluppato.

I casi si concentrano soprattutto nel fine settimana, quando i ragazzi si ritrovano e spesso accompagnano le loro serate con un consumo smisurato di alcol, e in particolare superalcolici, per poi finire nel centri di pronto soccorso con i sintomi post sbornia e sempre più spesso in coma etilico. Una condizione, questa, di assoluta emergenza sanitaria che si presenta quando i livelli di alcol presente nel sangue superano la soglia indicativa di 4 grammi/litro, che per gli adolescenti può scattare già superando i 2grammi/litro provocando difficoltà respiratorie, stato di incoscienza, bradicardia, vasodilatazione e ipotermia, da trattare con estrema rapidità nelle strutture ospedaliere.

L'allarme non va sottovalutato, anche perché l'età in cui si inizia a consumare l'alcol si è abbassata drammaticamente e come dimostra il recente caso di Napoli in ospedale possono finire ragazzini di 15 anni. Ma non solo, la passione per lo sballo etilico sta passando da occasionale ad abituale ed è proprio la continuità a provocare i danni più gravi sull'organismo.

Se a questo fenomeno si somma quello del consumo ripetuto di droghe il quadro di effetti nocivi sulla salute si complica ulteriormente, con conseguenze che possono essere irreparabili.

Non più una semplice "ragazzata", insomma, ma un problema da affrontare con estrema serietà da parte di attori istituzionali e sanitari, ma soprattutto dalle famiglie, che spesso sottovalutano o addirittura ignorano la gravità di questa brutta abitudine.

(Unioneonline/b.m.)
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