E' stata violenza sessuale su minore.

Così il tribunale di Prato ha giudicato la vicenda dell'operatrice sanitaria 32enne che ha avuto un figlio da un suo studente minorenne.

La donna è stata condannata a 6 anni e 6 mesi. Condannato anche il marito a 1 anno e 8 mesi per aver finto che il bambino fosse suo. Per lui l'accusa di alterazione di stato civile.

I FATTI - La vicenda risale all'estate del 2018: all'epoca la donna dava al ragazzino, che non aveva ancora compiuto 13 anni, ripetizioni private di inglese. Una relazione che in poco tempo era diventata qualcos'altro.

La difesa, che aveva chiesto l'assoluzione per marito e moglie, ha sempre sostenuto che il rapporto non solo fosse consenziente ma anche che il ragazzino aveva già compiuto 14 anni, età in cui per legge si ha personalità giuridica. Tesi smentita dall'adolescente.

Secondo l'accusa inoltre era lei a tormentarlo, facendogli scenate di gelosia e pregandolo di stare con lei. Altrimenti, come si legge da diversi messaggi inviati e contenuti nelle carte del processo, si sarebbe tolta la vita.

LE PRIME REAZIONI - "In questo lungo anno ho avuto solo un desiderio. Dedicarmi a mio marito e ai miei due figli, cosa che ora posso fare con più distacco e tranquillità", ha commentato la donna.

Oggi è infatti libera: i domiciliari le sono stati revocati a fine febbraio e ora è in attesa del passaggio in giudicato della sentenza per la quale ci vorranno anni.

"E' una vicenda fattuale molto complessa nella dinamica dei rapporti interpersonali - le parole degli avvocati che l'hanno difesa, Massimo Nistri e Mattia Alfano -. Ora aspettiamo le motivazioni".

(Unioneonline/D)
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