Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano che su Facebook aveva postato una recensione in cui un cliente lamentava di essere seduto vicino a gay e disabili, è morta per annegamento. La donna, domenica scorsa, era stata trovata priva di vita nelle acque del fiume Lambro. Dentro e intorno alla sua auto, parcheggiata vicino, erano state rilevate tracce di sangue, ma le ferite da taglio riscontrate sui polsi, un braccio, una gamba e sul collo sono risultate essere ferite superficiali.

Lo ha stabilito il medico Giacomo Belli, del Dipartimento di Medicina legale di Pavia. Continuano le indagini dei carabinieri per cercare di capire cosa sia successo nelle ultime ore di vita della 59enne. L'ipotesi principale rimane quella del suicidio, ma si sta accertando se la ristoratrice fosse da sola e perché abbia portato con sé una lametta non affilata con cui si è potuta ferire solo leggermente se davvero era uscita di casa con l'intenzione di uccidersi.

Dalle tracce risulta che Pedretti, prima di essere trovata nel Lambro, abbia girato intorno alla macchina, una Fiat Panda. Gli esami tossicologici effettuati oggi potrebbero fornire elementi ulteriori. Si è anche iniziato ad analizzare i due telefonini che la ristoratrice aveva con sé: entrambi sono risultati per uso personale e sono stati ritrovati nella Panda.

Sabato Giovanna Pedretti era stata sentita dai militari: non le fu fatta alcuna contestazione. Durante gli accertamenti con l'ipotesi di propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, era stata ascoltata «quale potenziale vittima dell'intera vicenda» in un «colloquio» durato «pochi minuti» durante i quali la ristoratrice ha confermato il contenuto della recensione (sulla cui autenticità erano stati sollevati più dubbi in Rete) e aveva spiegato di non essere in grado di fornire ulteriori dettagli per poter risalire all'identità «dell'anonimo cliente».

Intanto la famiglia della donna, che continua a chiedere rispetto e discrezione, ha discusso con il suo avvocato, Simona Callegari, delle tappe che potrebbero seguire all'apertura di un procedimento penale arrivando a prevedere l'eventualità di incaricare anche periti di parte.

La Procura ritiene, in tempi brevi, di restituire la salma alla famiglia in modo che, così, potranno essere fissati i funerali previsti nella Basilica di Sant'Angelo Lodigiano. 

(Unioneonline/D)

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