Non ci sarebbe stata la volontà di uccidere.

Per questo il gip di Bergamo Vito Di Vita ha riformulato l'accusa per Matteo Scapin - l'uomo che ha travolto e ucciso attorno alle 4 della notte tra sabato e domenica scorsi a Azzano San Paolo, poco fuori Bergamo, il 21enne Luca Carissimi e l'amico 18enne Matteo Ferrari, a bordo di uno scooter, a seguito di una lite dentro e poi fuori da una discoteca - da duplice omicidio volontario a omicidio stradale aggravato dall'omissione di soccorso.

All'indagato sono stati concessi gli arresti domiciliari.

"Incredibile. Una decisione che lascia sconcertati e offende le famiglie delle vittime" ha commentato il ministro dell'Interno Matteo Salvini criticando la decisione del giudice.

"Una persona che uccide due giovani è già fuori dal carcere dopo nemmeno quattro giorni. È proprio vero - ha aggiunto il vicepremier - che serve una riforma della Giustizia che preveda la certezza della pena".

Scapin durante l'interrogatorio ha riferito al gip la sua ricostruzione dei fatti, dalla lite allo scontro tra la sua Mini Cooper e lo scooter Vespa sul quale viaggiavano i due ragazzi poi morti.

Domani verrà eseguita l'autopsia sui corpi dei due giovani: l'esame fornirà ulteriori elementi per la ricostruzione della vicenda, che ha ancora diverse zone d'ombra.

(Unioneonline/F)
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