Garlasco: «Marco Poggi non era in Trentino il giorno del delitto», la rivelazione dell’albergatore
Rintracciato dal settimanale “Giallo”, l’uomo ha minato quella che per 18 anni è stata ritenuta una certezza. Nessuna novità dalle analisi sulla spazzatura, le tracce di Dna sono di Chiara e AlbertoChiara Poggi (Ansa)
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Non emergono per ora grandi novità dall’incidente probatorio sul delitto di Garlasco. Ma una clamorosa rivelazione arriva dall’albergatore dell’hotel in Trentino dove i Poggi – papà, mamma e fratello di Chiara – erano in vacanza quando si è consumato l’omicidio.
Rintracciato dal settimanale Giallo, l’uomo ha raccontato che il giorno del delitto Marco non era in hotel. E neanche i Biasibetti, riferimento ad Alessandro, oggi frate, grande amico di Marco Poggi e Andrea Sempio, oggi indagato per concorso nell’omicidio.
«I coniugi avevano una stanza matrimoniale e Marco non era con loro. Nemmeno i Biasibetti», afferma l’albergatore, sicuro di quello che dice perché conosceva benissimo i Poggi e ricorda bene quel giorno, quando furono chiamati e avvertiti della tragedia. I Biasibetti non erano nello stesso albergo, quindi è anche probabile che quel giorno Marco stesse con l’amico, ma le dichiarazioni dell’albergatore minano quella che per 18 anni è stata ritenuta una certezza, ovvero che il fratello di Chiara fosse in Trentino quando è avvenuto l’omicidio.
Rivelazione in merito a cui hanno rilasciato una nota i legali della famiglia di Chiara, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna: «Non c'è limite alla fantasia, né alla volontà di vendere falsi scoop sulla pelle delle persone coinvolte. Dispiace che la procura di Pavia non abbia sinora sentito il bisogno di intervenire nemmeno di fronte alle innumerevoli falsità che leggiamo ogni giorno, su iniziativa di soggetti privi di qualsiasi scrupolo».
Nell’incidente probatorio invece, sui reperti ritrovati nella spazzatura le uniche tracce genetiche individuate appartengono a Chiara Poggi e Alberto Stasi.
Sul piattino di plastica, sul piccolo sacchetto azzurro dell'immondizia e sulle linguette dei due Fruttolo i tamponi eseguiti giovedì scorso negli uffici della Scientifica della questura di Milano avevano raccolto materiale biologico. Tracce di Dna che una volta analizzate sono risultate appartenere a Chiara. Sempre di Chiara sarebbe il profilo genetico rintracciato sul sacchetto con i cereali avanzati, che il giorno dell'omicidio fu trovato sul divano e su cui è stato trovato un capello o un pelo (non è ancora chiaro se umano o animale) di tre centimetri nel secondo giorno di incidente probatorio. L'unico profilo maschile individuato apparterrebbe invece a Stasi, il fidanzato della 26enne, condannato in via definitiva a 16 anni: sarebbe suo il Dna raccolto dal tampone sulla cannuccia di plastica del brick dell'Estathé. Un dato che l'allora fidanzato di Chiara, che la sera prima aveva cenato con la giovane donna, non aveva mai escluso.
Nell'ambito delle analisi scientifiche resta ancora da passare al microscopio il materiale genetico sui fogli di acetato che hanno conservato le impronte digitali rilevate nella villetta della famiglia Poggi: 34 fogli già risultati negativi ai primi test per verificare l'eventuale presenza di sangue, anche se sulla traccia 10, definita "sporca" e lasciata sulla parte interna della porta della villetta e non attribuita ad alcuno, la difesa di Stasi ha chiesto che il test per la ricerca di sangue sia ripetuto.
(Unioneonline)