Galli: "Il virus non se n'è mai andato, l'equilibrio è fragile"
Sul vantaggio dell'Italia rispetto ad altri Paesi: "Merito del lockdown più rigoroso". Ma ora bisogna "contenere i focolai"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il virus non è cambiato significativamente e non se n'è mai andato.
Massimo Galli, primario di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, fa il punto sul coronavirus dopo l'aumento di contagi in Italia, che ieri ha superato i 1.900 nuovi casi in 24 ore.
"Confido nel fatto che possa non verificarsi una seconda grande ondata - spiega in un'intervista al Corriere della Sera -. Ma dobbiamo però essere in grado di contenere i nuovi focolai".
"Dopo un'estate condotta in maniera non prudente in molte parti del Paese, c’è stata una ripresa dei contagi - ricostruisce -. Il rialzo dell’età media dei casi suggerisce che l’infezione si sia diffusa nel contesto familiare. I numeri finora sono sostenibili. Tuttavia la medicina territoriale ha bisogno di essere irrobustita, per contenere i focolai".
Rispetto ad altri Paesi come la Francia e la Spagna (ieri rispettivamente +15.800 casi e +12mila) l'Italia è in evidente vantaggio grazie al lockdown "più rigoroso" che altrove. Un intervento "radicale" che "ci ha dato una sorta di onda lunga di protezione, ma l’equilibrio è fragile".
Sugli effetti della riapertura delle scuole è presto parlarne: "L’impatto si vedrà nelle prossime due-tre settimane".
(Unioneonline/D)