«Era una persona eccezionale, coltissima e di un’intelligenza superiore. Era capace di intuire cose che gli altri spesso comprendevano solamente dopo. Una grande, grandissima perdita. Per il mondo dell’informazione, certo. Ma anche dal punto di vista umano, per chi – come noi – ha avuto la fortuna e il privilegio di conoscerlo, non solamente da davanti a uno schermo televisivo». Antonello Sanna e sua moglie Milly Carta ricordano così Emilio Fede, giornalista e storico direttore del Tg1 e del Tg4, morto martedì all’età di 94 anni. Originari di Simaxis – 59 anni lui, 52 lei – sono dalla metà degli anni Novanta i custodi del condominio dove Fede risiedeva, a Milano 2, il “quartiere modello” costruito da Silvio Berlusconi alle porte del capoluogo lombardo. E sono tra coloro che gli sono stati accanto di più negli ultimi anni, andando a trovarlo periodicamente anche nella Rsa dove «il Direttore» è stato poi ricoverato.

Un duro colpo

«La notizia della sua scomparsa ci ha molto addolorato. Era da maggio che non andavamo a fargli visita. Proprio in questi giorni ci siamo detti: “A settembre dobbiamo passare”. Per questo quando abbiamo saputo che le sue condizioni sono precipitate è stato un colpo ancora più duro». Sanna ricorda con orgoglio come, a partire dal 1995, quando Fede si è trasferito nel condominio di Milano 2 dove lui e Milly già da tre anni gestivano la portineria, i loro rapporti con «il Direttore» siano diventati progressivamente più stretti: «Si è creato un grande feeling, eravamo quasi di famiglia». «All’inizio – dice Antonello – eravamo dei semplici custodi, poi nel tempo si è creata profonda fiducia e siamo diventati amici, anzi direi più che amici. Negli ultimi anni il Direttore aveva accanto, oltre alle figlie, una persona che si occupava di lui in casa, un autista e altri collaboratori, ma spesso e volentieri ci chiamava, sia per le cose importanti sia per le cose più semplici, come mettere a posto una televisione che non funzionava o risolvere un problema con lo smartphone. Sapeva che quando aveva bisogno poteva contare su di noi, per qualunque cosa».

I ricordi sul Cavaliere

Tra loro non mancavano confidenze, scherzi e lunghe chiacchierate. Come quelle sui soggiorni in Sardegna, quando Fede, soprattutto d’estate, era ospite del Cavaliere, a Villa Certosa. «Ci raccontava di quando Berlusconi andava a svegliarlo all’alba dicendogli: “Ma sei ancora a letto? Svegliati e vieni con me!”. Poi lo accompagnava a visitare il grande parco della residenza, mostrandogli piante e fiori e decantando la bellezza e l’unicità della flora e del patrimonio naturale sardo. “Poteva parlarne per ore”, diceva sorridendo il Direttore, ammettendo che davvero la natura della nostra Isola è unica e fuori dal comune». Ma della Sardegna Fede apprezzava anche molto la cucina: «Adorava – ricorda ancora Sanna – gli spaghetti con vongole e bottarga che gli preparava mia moglie. Quando andavamo a trovarlo in Rsa ci diceva sempre che avrebbe voluto mangiarli ancora una volta, bevendo un calice di vino. Purtroppo, non è stato possibile».

L’ultimo saluto

Antonello e la moglie Milly oggi saranno presenti ai funerali, a Milano 2. «Dopo la triste notizia abbiamo chiamato la figlia, Sveva, informandoci se potevamo presenziare. E lei ci ha risposto con la sua consueta gentilezza: “Ma certo, non potete mancare”». Questo perché, conclude Antonello Sanna, «ci siamo voluti bene. Noi a lui e lui a noi. E continueremo a volergliene sempre, con la speranza che queste parole riescano ad arrivargli, assieme al nostro affetto, ovunque si trovi adesso».

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