La Campania continua a bruciare.

Sono oltre 600 gli uomini impegnati nello spegnimento dei circa 100 incendi che hanno avvolto la regione.

La situazione più critica è quella che si registra sul Vesuvio: qui, a causa del terreno secco e del vento, si sono uniti i due incendi sviluppati a Ercolano e a Ottaviano.

Un fronte di fuoco di oltre due chilometri di lunghezza per cui l'allarme non accenna a diminuire.

"LA MANO DELL'UOMO" - Mentre decine di famiglie vengono fatte spostare dalle loro abitazioni, comincia a sollevarsi la polemica sul coinvolgimento umano nei roghi.

"Ci sono rifiuti tossici che fanno propagare le fiamme e avvelenano l’aria. Il fumo infatti è nero. Dietro tutto questo c’è un disegno criminale", spiega il parroco Don Marco Ricci.

Gli fa eco il vicepresidente della Campania, Fulvio Bonavitacola: "È evidente - ha detto - un'azione umana, ripetuta e diffusa. Vanno individuati gli interessi che muovono queste azioni e va auspicata un'attività investigativa idonea a identificare i responsabili".

DE MAGISTRIS - Più cauto il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: sul Vesuvio, ha commentato, si è consumata "una tragedia insopportabile, un disastro ambientale, una ferita che colpisce tutti noi e che si poteva prevenire".

"Non è pensabile - ha aggiunto - che ancora una volta non si faccia nulla per prevenire l'emergenza siccità o gli incendi, non è possibile che il Paese non investa in prevenzione in modo forte".

(Redazione Online/D)

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