Domodossola, il sindaco all'Asl: "Vaccinate bimbi e migranti in stanze separate"
"Sono spesso portatori di malattie e contagio" e quindi i migranti vanno tenuti lontani dai bambini per le vaccinazioni nelle Asl. A pensarla così, e a sostenerlo pubblicamente, è il sindaco di Domodossola, Lucio Pizzi.
Il primo cittadino - eletto con il centrodestra - sostiene, infatti, di "aver ricevuto segnalazioni che lamentano l'uso promiscuo degli ambulatori per la somministrazione dei vaccini ai migranti".
Ecco perché ha deciso di scrivere una lettera all'azienda sanitaria locale, per fare in modo che "i bambini non vengano vaccinati nella stessa stanza dei richiedenti asilo".
Pizzi ha così deciso di rivolgersi direttamente al direttore generale Angelo Penna: "Mi viene segnalato con preoccupazione che nello stesso locale vengono vaccinati migranti richiedenti protezione internazionale e bambini in tenerissima età", aggiungendo come "i bambini piccoli" non abbiano "completato il ciclo di vaccinazioni e sono quindi esposti, mentre i migranti non hanno alle spalle anamnesi che possono escludere situazioni di pericolo per la collettività, anzi sono spesso portatori di malattie contagiose".
Il sindaco di Domodossola, comunque, non è nuovo a questo tipo di iniziative contro i richiedenti asilo.
In passato aveva inviato una lettera al prefetto, chiedendo il coprifuoco per imporre ai migranti l'obbligo di rientrare nei loro alloggi e dormitori entro le 20, con il divieto di girare dopo quell'ora.
"Non voglio che la nostra bella città - aveva sostenuto -, che ha una vocazione turistica, si riduca come la stazione centrale di Milano".
Ovviamente, la sua richiesta era stata respinta e rimandata al mittente.
(Unioneonline/DC)