Delitto di Garlasco, i legali di Sempio: «Sta vivendo un incubo, Marco Poggi lo chiama tutti i giorni»
Dopo il prelievo del Dna il 37enne è «sconvolto», dicono gli avvocati: a suo carico non è mai stato trovato «alcun indizio concreto»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Andrea Sempio è «sconvolto, non tanto per se stesso, perché dice che lui questa cosa comunque può affrontarla, può difendersi perché non ha fatto nulla, ma ciò che lo terrorizza di più e lo distrugge sono le conseguenze sui suoi genitori, sulla famiglia Poggi, che vive ancora un calvario, e su Marco Poggi». Marco, fratello di Chiara, che «chiama quotidianamente Andrea, è distrutto per l'amico». Così l'avvocata Angela Taccia, che assiste con il legale Massimo Lovati il 37enne indagato nella riapertura dell'inchiesta sul caso di Garlasco, descrive lo stato d'animo di Sempio in queste ore, dopo il prelievo del dna di ieri.
Una situazione «paradossale», ha spiegato ancora la legale Angela Taccia, perché ciò che «distrugge di più Andrea in questo momento» è che i genitori di Chiara e Marco «debbano rivivere un calvario». Il coinvolgimento di Sempio nell'omicidio è stato archiviato già due volte, nel 2017 e nel 2020, come ha ribadito l'avvocata, perché a suo carico non è mai stato trovato «alcun indizio concreto», e lui ora sta valutando di chiedere anche un «aiuto psicologico» per affrontare di nuovo questo «incubo». Ha attorno, ha aggiunto l'avvocata, «sempre gli stessi amici, che poi sono quelli dei tempi delle medie, e Marco lo chiama tutti i giorni».
Luciano Garofano, biologo ed ex comandante del Ris di Parma, «ha dato la sua disponibilità» per essere nominato come consulente della difesa di Sempio in particolare sugli aspetti genetici. I difensori auspicano che la comparazione del Dna prelevato ieri a Sempio venga effettuata «con un accertamento tecnico irripetibile o con un incidente probatorio», a cui potrebbe partecipare anche il consulente difensivo.
Chiara era la sorella più grande del suo amico, continua a ripetere Sempio. Su di lei non «ha mai chiesto niente», non ha mai fatto alcun «tipo di commento, né di domanda». E poi «c'erano sette anni di differenza quindi frequentavamo compagnie totalmente diverse». Sempio è stato sottoposto ieri al tampone salivare in modo coattivo dal Gip, visto che una settimana fa si era rifiutato di farlo volontariamente. Poco prima delle 10 si è presentato nella sede della Sezione investigazioni scientifiche dei Carabinieri di Milano per il prelievo. Davanti alla schiera di giornalisti e telecamere è apparso teso: baffi, barba incolta, pallido e provato, ha solo risposto "no" alla domanda se fosse preoccupato. Si è trattenuto negli uffici di via Monti per un'oretta e poi è riuscito a sgusciare via, in taxi.
La comparazione del Dna che verrà estrapolato con quello individuato sotto le unghie di Chiara dovrebbe avvenire con i vecchi dati, di cui si ha traccia solo documentalmente, al centro della perizia disposta durante il processo d'appello bis a Stasi. Mentre da un lato Carabinieri del Nucleo Investigativo milanese, a cui sono delegate le indagini, riprenderanno in mano l'inchiesta da capo e hanno intenzione, tra l'altro, di sviluppare alcuni elementi ritenendoli indizi in grado di aprire una pista nuova, dall'altro va segnalato che l'ipotesi che in questi giorni è passata alla ribalta delle cronache e che si dovrà approfondire, è stata 'bocciata' dal gip pavese Pasquale Villani nel 2020. Ha archiviato, su richiesta dell'ex procuratore aggiunto Mario Venditti, un fascicolo a carico di ignoti in cui però si insisteva con la ricostruzione già respinta tre anni prima.
(Unioneonline)