L'indagine è iniziata la settimana scorsa quando i carabinieri, dopo le segnalazione di alcuni cittadini che si lamentavano per delle esalazioni sospette, hanno scoperto una discarica abusiva a cielo aperto, costituita da un'ingente quantitativo di rifiuti speciali pericolosi, gestita da una società agricola che si era prestata allo stoccaggio abusivo nei propri terreni delle scorie prodotte dalla centrale a biomasse. Nascosti alla vista dei passanti, i militari hanno trovato liquidi di colore nerastro e dall'odore nauseabondo, così come segnalato da numerosi cittadini residenti nelle vicinanze della centrale.

Dalle analisi, eseguite dall'Arpa di Brescia, è stata rilevata la positività al parametro del cod (chemical oxygen demand), indice che misura il grado di inquinamento dell'acqua da parte di sostanze ossidabili, principalmente organiche, risultato pari a 2.632 mg/l ovvero oltre 26 volte superiore ai limiti previsti per i reflui industriali sul suolo. Visto l'allarmante risultato delle analisi, è scattato immediatamente il blitz del Noe di Brescia, che ha portato alla segnalazione alla procura della Repubblica di Cremona dei due responsabili e al sequestro probatorio della centrale a biomasse e del terreno di proprietà di un'azienda agricola cremonese. Il sindaco del comune di Gadesco Pieve Delmona, constatata la gravità della situazione, si riserva di emettere un'ordinanza a tutela della salute pubblica e dell'ambiente.
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