A una ventina d'anni dai fatti l'imprenditore e influencer bolognese Gianluca Vacchi è stato assolto perché il fatto non sussiste dall'accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione nel processo “Parmatour”, uno dei filoni del crac Parmalat. Lo ha deciso il tribunale di Parma, a fronte di una richiesta di condanna di quattro anni e sei mesi formulata dalla Procura.

I fatti si riferivano all'operazione "Last Minute Tour”, tra il 2001 e il 2002, quando la società Last Minute, di cui Vacchi era detentore della partecipazione azionaria, fu ceduta alla Hit, galassia del turismo del gruppo di Calisto Tanzi, per 29 milioni di euro. Una cifra "esorbitante" e determinata in modo arbitrario, per la Procura, secondo cui l'importo venne distratto da Vacchi in concorso con Tanzi, Fausto Tonna, Claudio Baratta e Paola Visconti, nipote di Tanzi, allo scopo di creare pregiudizio ai creditori.

Dopo una condanna a tre anni e sei mesi in primo grado, in appello a Bologna la decisione su Vacchi, nel 2014, era stata annullata, per essere il fatto ritenuto in sentenza diverso da quello contestato e gli atti rimandati al tribunale parmigiano per un nuovo giudizio, che si è concluso oggi: per Vacchi, difeso dagli avvocati Tullio Padovani, Andrea Soliani e Guido Magnisi, è stata pronunciata l'assoluzione.

"Il lungo percorso processuale - commenta l'avvocato Magnisi - dà atto a Gianluca Vacchi della sua assoluta onestà professionale ed estraneità alle vicende del crac Parmalat, da un lato. Dall'altro, riconosce all'invenzione di Last Minute Tour la capacità di un imprenditore genialmente estroso". 

(Unioneonline/v.l.)

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