Alfredo Cospito «è inserito al vertice di un'associazione con finalità di terrorismo» e dal carcere ha «inviato documenti di esortazione alla prosecuzione della lotta armata di matrice anarco-insurrezionalista».

Lo ha detto al Senato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, richiamando le ragioni che portarono il suo predecessore, Marta Cartabia, a disporre il 41 bis per l’anarchico, prima detenuto a Sassari e ora a Opera (Milano), in sciopero della fame da oltre 100 giorni contro il regime di carcere duro cui è sottoposto.

Ma non è solo il caso Cospito in sé ad agitare la politica. Il Pd, infatti, per voce di Debora Serracchiani, ha puntato il dito contro la premier Meloni (“rea” di «tacere») e ha chiesto al contempo le dimissioni del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, poiché «lui stesso ha ammesso angelicamente di aver dato le intercettazioni riservate sui colloqui in carcere tra l'anarchico Cospito e due boss mafiosi, al deputato di FdI Giovanni Donzelli».

Lo stesso Donzelli che nei giorni scorsi ha attaccato duramente proprio i dem, per essere andati –con una delegazione di cui faceva parte anche la stessa Serracchiani – a visitare Cospito nel carcere di Bancali, per accertarsi delle sue condizioni di salute. 

Secondo Serracchiani l’ipotesi che Delmastro abbia passato a Donzelli informazioni riservate è «un fatto gravissimo che ha pregiudicato anche le indagini e i controlli in carcere».

Ma di quale natura sarebbero tali documenti? Si tratterebbe di documenti riservati interni, ma non coperti da segretezza. In particolare un relazione del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria (Dap) sui colloqui di Cospito durante l'ora d'aria, alcuni dei quali con esponenti di spicco della criminalità organizzata. 

Intanto, non cessa l’allarme per la mobilitazione degli anarchici a sostegno della battaglia di Cospito. 

Le forze dell’ordine hanno rafforzato l’allerta su punti considerati sensibili e anche il Festival di Sanremo si blinda. Previsti, in occasione della kermesse, controlli con metal detector ai varchi della "zona rossa" attorno all'Ariston, unità speciali, tra cui reparti prevenzione crimine; unità antiterrorismo e specialisti della cyber sicurezza, utilizzo delle telecamere pubbliche di videosorveglianza, controlli in mare e più sorveglianza con ulteriori 150 unità al giorno oltre ai 100 uomini già presenti.

«Il dispositivo è stato rafforzato a prescindere da una allerta specifica per garantire la sicurezza dell'evento», ha spiegato il questore Giuseppe Peritore.

(Unioneonline/l.f.)

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