Raffaele Marra, ex capo del Personale del Comune di Roma, dovrà rimanere in carcere. Questa la decisione del Tribunale del riesame che si era riservato di valutare se ordinare la sua scarcerazione o meno e che ha respinto la richiesta avanzata nei giorni scorsi dai legali dell'ex braccio destro del sindaco pentastellato Virginia Raggi.

Accusato di corruzione, Marra si trova agli arresti dal 16 dicembre scorso. A lui viene contestata una presunta tangente che avrebbe incassato all’epoca in cui aveva legami con l’Enasarco, l’Ente nazionale di assistenza per gli agenti e i rappresentanti di commercio.

Marra è stato arrestato insieme all'imprenditore Sergio Scarpellini, che secondo gli inquirenti avrebbe pagato al funzionario degli immobili per corromperlo e finito ai domiciliari pochi giorni dopo il fermo.

"Le insistenti regalie fatte negli anni 2010 e 2013 dallo Scarpellini in favore del Marra - scriveva il giudice per le indagini preliminari nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita a metà dicembre - trovano ragionevole spiegazione esclusivamente in una logica corruttiva, stante le funzioni pubbliche svolte all'epoca dal Marra in settori connessi agli interessi imprenditoriali dello Scarpellini".

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Intanto il sindaco di Roma ha deciso di annullare la nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, a direttore del dipartimento turismo.

La decisione del sindaco era finita sotto la lente dell'Autorità nazionale anticorruzione che aveva ipotizzato un conflitto di interessi.
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