"I 367mila euro per acquistare l'appartamento in zona Prati Fiscali? Un prestito che spero mi venga restituito". Così l'immobiliarista Sergio Scarpellini ai pm nel carcere di Regina Coeli, a Roma.

Ma quando gli viene chiesto il motivo di un prestito così sostanzioso, il costruttore romano finisce per inguaiare ulteriormente l'ex braccio destro del sindaco Raggi Raffaele Marra.

Scarpellini avrebbe infatti giustificato il prestito col timore che un rifiuto avrebbe avuto conseguenze negative sui suoi affari al Comune di Roma, spingendo Marra a giudicare negativamente le tante pratiche aperte in Campidoglio dal costruttore.

Pare dunque che la strategia difensiva dei legali dell'immobiliarista romano sia quella di incolpare Raffaele Marra e di ribaltare la logica delle "insistenti regalie fatte tra il 2010 e il 2013 dallo Scarpellini in favore del Marra", che, secondo i pm "trovano ragionevole spiegazione esclusivamente in una logica corruttiva, stanti le funzioni pubbliche svolte all'epoca dal Marra in settori connessi agli interessi imprenditoriali dello Scarpellini".

Passando dalla corruzione alla concussione, in cui il concusso sarebbe proprio l'immobiliarista, costretto a pagare per non subire intoppi nei suoi affari con il comune di Roma.

I legali di Scarpellini, che hanno presentato istanza di scarcerazione, confermano che "il nostro cliente ha risposto in maniera esaustiva a tutte le domande, chiarendo ogni aspetto della vicenda".

Anche Marra, che è stato arrestato "in considerazione del ruolo attualmente rivestito all'interno del Comune di Roma e della indubbia fiducia di egli gode da parte del sindaco Virginia Raggi", avrebbe risposto a quasi tutte le domande del gip.

"L'aver detto di essere a disposizione è stato solo un atto di cortesia verso una persona che conoscevo, nulla di più e nulla di meno", si è difeso di fronte agli inquirenti.

RAGGI: "MARRA MI RICATTAVA? NON È VERO" - VIDEO:

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