Favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: con questa ipotesi di reato, a carico del comandante e di alcuni membri dell'equipaggio, il gip Emanuele Cersosimo ha sequestrato, su richiesta della procura di Trapani, la nave Iuventa della ong tedesca Jugend Rettet, fermata nella notte al largo di Lampedusa dalla Guardia Costiera.

Una cosa che, specifica il procuratore aggiunto di Trapani Ambrogio Cartosio, "non c'entra nulla col fatto che la ong non abbia sottoscritto il codice di condotta del Viminale", come si era ipotizzato dopo il fermo.

La cosa, infatti, è ben più grave: si tratta di una svolta nell'inchiesta, che va avanti dal 2016, sui presunti rapporti tra gli scafisti e l'equipaggio della Iuventa.

La nave, spiega il magistrato inquirente, avrebbe trasbordato più volte migranti da un'imbarcazione di scafisti senza che ci fosse un pericolo imminente, cosa che, "alla luce della legislazione vigente in Italia, quali che siano le finalità perseguite, integra il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina".

Parla di "gravi indizi di contatti con i trafficanti" e di "incontri in mare documentati tra trafficanti libici e persone appartenenti all'equipaggio" il procuratore trapanese.

"Non è emerso un collegamento stabile tra i libici e l'equipaggio e non sono emerse responsabilità dei vertici della ong", puntualizza Cartosio, che parla di tre episodi specifici, "due avvenuti il 18 e 26 giugno 2017, uno risalente al 10 settembre 2016", e di "altri episodi che ci inducono a ritenere che questo comportamento sia abituale".

Le persone appartenenti all'equipaggio della Iuventa non sono indagate per associazione a delinquere, perché "non è emerso uno stabile collegamento con gli scafisti, né un piano preordinato tra trafficanti e ong".

(Redazione Online/L)

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