"Non credo ad un sentimento di pentimento da parte di Benno e ci vuole ben poco a capire che la sua confessione, resa immediatamente dopo il ritrovamento del corpo senza vita di una delle sue due vittime, che presentava ovvi segni di violenza, fosse a quel punto un passo dovuto al quadro indiziario a suo carico e non 'l'effetto di una dissoluzione, o schianto, di tutte le difese di negazione e di rimozione, attuate nella settimane successive al fatti'".

Sono le parole che Madé Neumair, sorella di Benno, reo confesso dell'omicidio dei suoi genitori, affida a una lettera inviata dal suo avvocato Carl Bertacchi alla stampa: "La notizia della confessione di Benno mi ha raggiunta attraverso la stampa. Non è un traguardo. In questo momento per me rappresenta semplicemente un'ulteriore svolta che forse faciliterà il nostro percorso in quello che fino a ieri vedevo dinanzi a me come un processo puramente indiziario", scrive la figlia di Peter Neumair e Laura Perselli.

Secondo Madé Neumair, "l'indicibile fatto che abbia ucciso a sangue freddo la mia mamma e il mio papà la sera del 4 gennaio, per me è stato violentemente e dolorosamente evidente fin dal primo pomeriggio del 6 gennaio, come sanno gli inquirenti e le persone a me più care. Pensando alle prime settimane seguenti all'accaduto, stento a credere come io sia riuscita a mantenere la calma e la concentrazione nel trambusto e nel dolore più annientante, vivendo nella paura che la verità non venisse mai alla luce".

Il 30enne ha ammesso di aver strangolato il padre dopo una breve colluttazione, e sua madre lo stesso giorno, ma in un secondo momento. Poi di aver gettato i cadaveri di entrambi nel fiume Adige, anche se per ora è stato trovato solo il corpo di Laura Perselli.

La bolzanina afferma di sentire i genitori "vicinissimi ogni giorno, mi hanno dato la forza di alzarmi ogni volta la mattina, mi stanno continuando a dare tutto quello che mi hanno sempre dato nel modo più puro. Ho vissuto quei primi giorni con le immagini in televisione di un Benno a braccia larghe che si appoggiava alla balaustra della terrazza dei miei genitori scrutando arrogantemente in basso verso i giornalisti e i carabinieri, poco dopo lamentandosi con me al telefono su quanto fosse nauseato e irritato da tutte le 'strane domande', sentendo nelle varie interviste la sua voce gelida fabbricare spontanee teorie depistanti e palesi menzogne".

"Il 4 gennaio ho provato sulla mia pelle che il bene non sempre vince il male, che l'amore di una mamma e di un papà a volte può non bastare, che le parole giuste spesso non ci sono, che nessuna possibile condanna potrà mai compensare quello che in poche ore mi è stato tolto a mani nude. Credo però ancora fermamente che la verità possa e debba vincere. Il mio cuore in questo momento è colmo dell'amore che sento fortemente per i miei genitori, della gratitudine nei confronti dell'Arma, degli inquirenti e dei miei legali, della vicinanza che sento per la mia famiglia da parte di un mondo intero, del bene e della luce che riesco a vedere nonostante tutto nella mia vita, 'della vita che vuole la vita', come diceva sempre mia mamma", conclude la sorella dell'arrestato.

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata