I giudici della Corte d'Assise d'appello di Milano hanno confermato, al termine del processo abbreviato, la condanna in primo grado a 30 anni per Laura Taroni, l'ex infermiera dell'ospedale di Saronno accusata della morte della madre, Maria Rita Clerici, e del marito, Massimo Guerra.

I delitti sarebbero avvenuti in concorso con l'ex amante e medico del pronto soccorso saronnese, Leonardo Cazzaniga, a sua volta sotto processo, con rito ordinario, a Busto Arsizio.

Per il sostituto pg Nunzia Ciaravolo non vi è "alcun ragionevole dubbio" sulla responsabilità della donna in entrambi gli omicidi: "Guerra è stato seviziato - ha sostenuto oggi il pg nelle contro repliche - perché gli è stato fatto credere di essere diabetico. Aveva solo 46 anni ed è stato avvelenato da sua moglie".

Secondo il sostituto pg, non vi sono dubbi neanche sull'omicidio dell'anziana, morta dopo un malore il 4 gennaio di cinque anni fa. "Maria Rita Clerici non aveva nessuna patologia, soffriva ogni tanto di emicrania", ha sostenuto Ciaravolo che ha ricordato che alla donna è stata fatta "un'iniezione" poco prima di morire. "I suoi ultimi momenti li ha passati sul pavimento, mezza nuda, davanti ai soccorritori a cui è stato impedito di compiere qualsiasi manovra. Era già quasi in coma, mentre sua figlia, infermiera, non fa nulla".

Le accuse sono state respinte con forza dalla stessa imputata: "Non ho mai avuto intenzione di uccidere nessuno - ha detto Taroni prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio - e non l'ho mai fatto. Né tantomeno avrei ucciso il padre dei miei bambini, che sono ancora qui a lottare".

Confermate le condanne anche per altri quattro suoi co-imputati, medici e dirigenti dell'ospedale, condannati a pene fino a 1 anno e 4 mesi con le accuse, a vario titolo, di omessa denuncia, favoreggiamento e falso.

(Unioneonline/D)
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