Chiuse le indagini sulla morte di Laura Ziliani, l’ex vigilessa 55enne di Temù, in Valcamonica nel Bresciano, scomparsa l'8 maggio scorso e trovata cadavere esattamente tre mesi dopo tra la vegetazione vicino al fiume Oglio.

Rischiano di finire a processo le due figlie Silvia e Paola Zani e il fidanzato della maggiore, Mirto Milani: la Procura di Brescia contesta nei loro confronti i reati di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

LA SCOMPARSA - Erano state proprio le figlie a denunciare la scomparsa della madre: "Mamma è uscita di casa da sola verso le sette circa per andare a fare una passeggiata a Villa Dalegno. Non aveva il telefono e sarebbe dovuta rientrare alle dieci perché dovevamo andare insieme alla discarica per smaltire vecchio materiale", spiegò una delle due ai carabinieri. Dopo settimane, in cui fu ritrovata vicino al fiume soltanto una scarpa che secondo chi indaga è stata messa per depistare le indagini, Paola e Silvia Zani e Mirto Milani sono stati iscritti nel registro degli indagati. Il 24 settembre sono finiti in carcere.

L’AUTOPSIA Il medico legale che ha eseguito l'autopsia ha stabilito che "la causa del decesso è da identificarsi in una asfissia meccanica da chiusura delle aperture aeree in un soggetto sotto l'influenza di benzodiazepine". Laura Ziliani sarebbe quindi stata prima stordita con tranquillanti a base di benzodiazepine e poi soffocata con un oggetto soffice, come un cuscino. Quindi sepolta "in prossimità dell'argine del fiume Oglio e - scrive il medico legale - ricoperta da materiale sabbioso con il disseppellimento del cadavere avvenuto a seguito di un'onda circa tre giorni prima del rinvenimento". Il movente che avrebbe spinto "il trio criminale" a uccidere Laura Ziliani era di natura economica: "Per mettere le mani sull'importante patrimonio immobiliare della donna", scrisse il gip nell'ordinanza di custodia cautelare.

Dal giorno dell'arresto Paola e Silvia Zani e Mirto Milani si sono chiusi nel silenzio, a partire dall'interrogatorio di garanzia quando davanti al gip decisero di avvalersi della facoltà di non rispondere. Ora, dopo la chiusura delle indagini, avranno 20 giorni di tempo per farsi ascoltare dal pm titolare dell'inchiesta Caty Bressanelli o per presentare memoria scritta.

(Unioneonline/D)

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