Il corpo ritrovato domenica pomeriggio nascosto tra la vegetazione vicino al fiume Oglio a Temù è dell'ex vigilessa Laura Ziliani, scomparsa lo scorso 8 maggio. La conferma durante l'autopsia eseguita in mattinata nel reparto di medicina legale degli Spedali civili di Brescia, dove è stato il professor Andrea Verzeletti a fornire il primo fondamentale dettaglio ancor prima dell'esito della prova del Dna, il cui risultato sarà depositato la prossima settimana in virtù della comparazione tra il profilo genetico del cadavere e quello della figlia mezzana di Laura Ziliani, l'unica a non essere indagata.

Al momento, infatti, nel mirino degli inquirenti ci sono la figlia maggiore e la figlia minore dell’ex vigilessa, iscritte nel registro degli indagati della procura di Brescia per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Stessa sorte per il fidanzato della primogenita, un 30enne di Lecco. 

IL RICONOSCIMENTO – Il riconoscimento, e quindi la certezza che quel corpo ritrovato con la testa rasata e martoriato dalle acque del fiume che l’ha trascinato sia proprio di Laura Ziliani, è stato fornito da una ciste sotto il piede destro. Ma un altro particolare è risultato determinante: sui lobi delle orecchie c'erano degli orecchini che i parenti della donna svanita nel nulla lo scorso otto maggio hanno riconosciuto essere dell’ex vigilessa.

NESSUNA VIOLENZA – Non è ancora chiara invece la natura del decesso. Sul corpo non ci sono segni evidenti di violenza e servirà quindi un'analisi degli organi interni per valutare l'ipotesi dell'avvelenamento e il medico legale aspetta anche l'esito dell'esame tossicologico. Anche la Tac non ha evidenziato fratture e quindi gli inquirenti escludono al momento che il cadavere possa essere stato trascinato dalla corrente del fiume Oglio che nei giorni scorsi era in piena a causa delle forti piogge. Difficile, sempre perché il cadavere non presenta fratture, pensare a un incidente in montagna con caduta in un burrone.

LE INDAGINI – Il corpo resta ancora sotto sequestro e a disposizione della magistratura, con il pm Caty Bressanelli che aspetta i referti medici per valutare eventuali sviluppi nell'ambito dell'inchiesta aperta per omicidio volontario e occultamento di cadavere. "Sappiamo almeno che fine ha fatto Laura, ora serve la verità" è il primo commento della parte della famiglia non coinvolta nell'indagine, ovvero la mamma, la figlia mezzana e due fratelli di Laura Ziliani che oggi, durante l'autopsia, erano rappresentati da un consulente nominato dall'avvocato al quale i familiari si sono affidati. Un legale diverso da quello che assiste le ragazze indagate che, al momento, sarebbero in rotta con il resto della famiglia. 

IL GIALLO – Secondo gli inquirenti alla base del giallo potrebbero esserci presunti dissidi economici. E sull’ipotesi di una morte accidentale sono troppi gli elementi che non tornano: lo smartphone della donna, lasciato a casa il giorno della scomparsa e poi ritrovato nell'abitazione di famiglia, in cantina dietro una cassapanca. Secondo i tabulati risulta spento dalla sera precedente della scomparsa. Laura, inoltre, sarebbe uscita senza l'orologio gps da cui, esperta escursionista, non si separava mai.

Ora si attendono gli ultimi esiti dell'autopsia, che potrebbe fornire elementi forse decisivi per risolvere il giallo della Val Camonica.

(Unioneonline/v.l.)

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