Vita difficile in carcere per i fratelli Bianchi, accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte, ucciso di botte per futili motivi. Con loro preso di mira anche Mario Pincarelli, anch’egli in cella per l’omicidio del giovane avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro (Roma).

Insulti, minacce di morte, botte e vessazioni di ogni tipo.

"Ci sputano nel piatto, ci chiamano infami. Una volta mi hanno messo un chiodo dentro il dentifricio”, sono le parole che Marco Bianchi ha detto al fratello durante un colloquio nel carcere di Rebibbia intercettato dai carabinieri.

“Mi urlano di impiccarmi – ha raccontato invece Pincarelli al padre –, in alcuni momenti ho pensato di farlo”. ancora, dai colloqui di Marco con il fratello Alessando: “Quando sto fuori sto da solo, un poco. Quando esco io rientrano gli altri”. Per mangiare “mi cucino”, perché “mi sputano nel piatto”. In carcere lo chiamano “infame”, gli sputano addosso.

E ancora: chiodi nel dentifricio, percosse (“mi hanno rotto il naso”). Una vita impossibile, che fa stare in ansia i familiari dei detenuti, preoccupati che possano compiere l’estremo gesto.

(Unioneonline/L)

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