"Per avere una prova che comporta l'ergastolo per una persona bisogna rispettare le regole imposte dalla comunità scientifica che ci sta guardando".

Queste le parole di Claudio Salvagni e Paolo Camporini, avvocati difensori di Massimo Bossetti, durante l'udienza per il processo di appello contro il muratore di Mapello celebrato al tribunale di Brescia.

Bossetti è stato condannato in primo grado all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra trovata morta il 26 febbraio 2011 in un campo di Chignolo d'Isola.

I legali proseguono la difesa dell'imputato, criticando nuovamente la prova del Dna.

Se per l'accusa la traccia biologica trovata sugli slip e sui leggings della ragazzina incastrerebbe Bossetti, secondo gli avvocati ci sarebbero "261 criticità" che inficerebbero il processo di formazione dell'accertamento genetico.

La difesa ha inoltre chiesto un parere via mail al professor John Butler, considerato uno dei massimi esperti di genetica forense.

"Butler ci ha scritto che se stai lavorando in un laboratorio accreditato non ci possono nemmeno essere dei reagenti scaduti. Li puoi utilizzare solo per l’insegnamento", ha detto l’avvocato Salvagni in aula.

La comunicazione con il professore, tuttavia, non può essere considerata come prova all'interno del processo.

(Redazione Online/F)

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