«Le recenti vicende ci hanno profondamente turbato, anche pensando ai valori che ci guidano e all'etica che ci ha sempre contraddistinto. Siamo fortemente dispiaciuti che l'iniziativa sia stata fraintesa da molti: collaboreremo con le autorità - in cui riponiamo piena fiducia - certi che emergerà la nostra assoluta buona fede, e continueremo a impegnarci a creare prodotti di qualità da offrire ai consumatori in Italia e nel Mondo, anche per tutelare chi è legato all'azienda, a partire dalle famiglie di chi lavora con noi».

Così la nota diffusa ieri sera dalla società dolciaria di Fossano la cui presidente e ad Alessandra Balocco è coinvolta nell'indagine della procura di Milano per il caso del pandoro “griffato” Chiara Ferragni. «E proseguiremo a fare del bene, come già facciamo da tempo, mettendo con ancor più forza i nostri valori al centro di tutti i nostri progetti», prosegue la nota della Balocco.

«Da oltre un anno, e soprattutto nelle ultime settimane, - si legge ancora - sono state riportate numerose informazioni non corrette, anche frutto di scarsa conoscenza, di errata interpretazione dei fatti, e in alcuni casi di strumentalizzazione». Balocco «è una società guidata dalla stessa famiglia da quasi 100 anni, abituata a 'far parlare' i propri prodotti; la sobrietà fa parte dello stile della famiglia, incline al lavoro ma riservata, poco esposta a livello mediatico».

Nella giornata di ieri era arrivata la notizia relativa a Chiara Ferragni indagata nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano. L'iscrizione dell’influencer è stata decisa dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco. Il reato ipotizzato è truffa aggravata dalla minorata difesa dei consumatori in quanto commessa con il sistema informatico.

«Sono serena perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso. Ho piena fiducia nell'attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile. Sono, invece, profondamente turbata per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero», ha commentato l’influencer, che è difesa dai legali Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone.

Ora Chiara Ferragni, Alessandra Balocco e i manager dei rispettivi team che hanno seguito l'operazione, verranno convocati in Procura per fornire la loro versione. Questo per consentire di ricostruire punto per punto la vicenda e appurare se ci sia stato o meno un profitto illecito e un danno. In merito a ciò ieri la Gdf si è anche recata a Fossano, in provincia di Cuneo, nella sede della balocco per l'acquisizione di altri documenti.

Oltre all'affaire del pandoro, gli inquirenti e gli investigatori hanno intenzione di far luce anche sui casi delle uova di Pasqua delle Dolci Preziosi, della bambola Trudi e su altri simili a quelli già nel mirino in cui è stato manifestato, con post e ripost, un intento benefico, per verificare se così è stato.

(Unioneonline/v.l.)

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