Scontri a Roma tra forze dell'ordine ed esponenti di Forza Nuova che si opponevano all'assegnazione di una casa popolare a una famiglia eritrea nel quartiere Trullo, periferia nord della Capitale.

Alcuni militanti neofascisti - una trentina - si sono opposti allo sgombero della famiglia che aveva occupato lo stabile e hanno sbarrato l'ingresso ai nuovi assegnatari, la famiglia eritrea composta da madre, padre e un bambino piccolo.

Sono nati così violenti scontri e lanci di oggetti contro le forze dell'ordine: tre agenti sono stati feriti alla testa da dei sampietrini scagliati dai militanti di estrema destra.

Cinque persone - tra cui il leader del movimento estremista "Roma ai romani" Giuliano Castellino - sono finite in manette per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

Intanto la famiglia a cui spettava di diritto la casa dopo gli scontri è andata via dal quartiere.

"Siamo vicini alla famiglia italiana di origine eritrea, non li lasceremo soli e a loro mandiamo un abbraccio forte. Roma non farà passi indietro davanti agli atti di violenza neofascista di cui si è reso protagonista un gruppo di persone. Quanto accaduto è inaccettabile", ha dichiarato Virginia Raggi.

Un attacco al sindaco della Capitale è arrivato dal leader nazionale di Forza Nuova, RobertoFiore: "Questa mattina agenti di Polizia hanno sfrattato una famiglia di italiani per dar posto a una famiglia di immigrati: il modo in cui il sindaco Virginia Raggi e la questura capitolina stanno affrontando una vera emergenza sociale equivale a soffiare sul fuoco per trasformare la protesta civile e silenziosa in protesta violenta", ha dichiarato.

Situazione sempre più incandescente dunque nella Capitale: a giugno un bengalese è stato aggredito picchiato nel quartiere di Tor Bella Monaca: stava chiedendo informazioni ad alcuni ragazzi per raggiungere la casa popolare che gli era stata assegnata dal comune. "Non c'è posto per te, lascia stare", gli hanno risposto. Poi la brutale aggressione a calci e pugni.

(Redazione Online/L)
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