Le bollette degli ultimi due mesi lo hanno lasciato in mutande. E lui su Facebook si è presentato così, letteralmente in mutande.

Protagonista di una delle tante iniziativa di protesta contro il caro bollette è Mario Marras, ristoratore sardo che ha un’attività a Garbagnate Milanese, la pizzeria Chaplin. Locale che risente, “come tutti gli italiani” precisa lui, del vertiginoso aumento delle bollette di luce e gas.

In un video su Facebook Marras si è presentato in mutande per protestare contro il governo. In alto, tra le mani, un bersaglio: “Siamo noi il bersaglio del governo”. Anche lui, come tanti altri, ha appeso le bollette ai muri della sua pizzeria: il suo video ha incassato diversi commenti di solidarietà da parte dei colleghi.

“Il 90% dei partiti è al governo, il restante 10% ci andrà presto e nessuno riesce a trovare una soluzione”, afferma a “L’Unione Sarda”.

Ci parli un po’ degli aumenti…

“Le bollette della corrente elettrica sono quasi triplicate. Prima pagavamo meno di 3mila euro, quella relativa ai mesi di giugno e luglio è di 8mila. E Draghi ha parlato di ulteriori aumenti, di un raddoppio in autunno. Così come andiamo avanti?”

Come andate avanti? Pensate di chiudere?

“Finché abbiamo risorse andiamo avanti. Chiudere non ha senso, perché anche se chiudiamo le celle frigo e i freezer devono restare accesi comunque, quindi le bollette arriverebbero lo stesso. Quando finiranno i soldi andremo ad attingere ai nostri risparmi, prenderemo i soldi dai nostri conti correnti, anche perché non sono il solo a mangiare da questa attività”.

Quanti siete?

“In undici, due soci e nove dipendenti”.

Le bollette non sono l’unico problema, le materie prime?

“Abbiamo rincari in media del 30%. Del 40% su pesce e farina, del 25% su altri prodotti. E temiamo anche di perdere i clienti”.

Perché?

“Se molte aziende chiudono i dipendenti non avranno più lavoro e non verranno più. Le cene fuori sono la prima cosa che si taglia quando cambiano le condizioni economiche della famiglia”.

Aumenterete i prezzi?

“Ancora non lo abbiamo fatto, ma lo faremo. Siamo costretti a ritoccarli, qualcosa in più entrerà anche se non basterà a compensare le maggiori spese”.

Nel video lei fa un appello a scendere in piazza...

“Il problema è trasversale: riguarda noi ristoratori, piccole imprese artigiani, famiglie, grandi industrie (se noi paghiamo così tanto non oso immaginare le grandi industrie). Quindi io spero che ci ritroviamo tutti, ognuno nel suo comune, senza grandi manifestazioni nazionali, e scendiamo in piazza per protestare in maniera civile e pacata”.

Cosa chiede al governo? 

“Una soluzione veloce, non so quale, ma una soluzione rapidissima perché così non si va avanti. La cosa preoccupante è che il 90% dei partiti è al governo, il restante 10 ci andrà dopo le elezioni, e ancora non è stato fatto nulla. Si fa campagna elettorale e si parla di guerra in Ucraina, ma per noi niente”.

Perché ha deciso di fare quel video? Può essere “la scintilla che accende la prateria” dice…

“Sì, un primo momento di contestazione per far scendere tutti in piazza e spingere il governo a trovare una soluzione immediata. Anche un modo per strigliare un po’ gli italiani e i politici: qui ci si arrabbia perché non funziona bene il segnale Dazn per vedere le partite, non se ti tolgono quello di cui vivi”.

Di dov’è originario della Sardegna?

“Di Meana Sardo”.

Quando l’ha lasciata?

“Ero un bambino, siamo una famiglia di migranti. Mio padre ha fatto il minatore in Belgio, ha lavorato nelle acciaierie in Francia. E ora mi ritrovo qui...”.

Alla fine del video dice “ajò”, qualcosa di sardo le è rimasto…

“Certo, io in Sardegna ho tutti i parenti e sono molto legato. Ci vado poco, son sempre qui a lavorare e ho solo i 15 giorni di chiusura di agosto, quando l’Isola si riempie sin troppo. Ma conto di tornarci presto. E poi ormai ‘ajò’ è internazionale”.

Ha una sensibilità politica signor Marras?

"Lo dico senza problemi, sono sempre stato di sinistra e alle ultime elezioni ho votato Movimento 5 Stelle”.

E il 25 settembre?

“Non lo so, sono disilluso. Devo ancora decidere ma potrei non andare a votare”.

A causa delle bollette?

“Anche, ma non solo. Penso anche a tutto quello che hanno combinato in questa legislatura, tre governi diversi, un caos”.

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