Operazione della Direzione antimafia di Napoli che ha disposto il sequestro di beni per oltre 20 milioni di euro nei confronti dei fratelli Potenza, imprenditori considerati vicini ad ambienti malavitosi che - secondo quanto emerso dalle indagini - avrebbero impiegato in imprese economiche e immobiliari il denaro proveniente da usura, estorsioni e riciclaggio.

Sono queste le accuse che vengono mosse ai fratelli Bruno, Salvatore e Assunta Potenza, oltre all'associazione per delinquere, reati per i quali hanno subito diverse condanne, proseguite anche dopo il decesso del capostipite Mario Potenza, noto come "O chiacchierone".

Nel corso dell'indagine la Dia ha fatto luce anche sulle movimentazioni di denaro verso l'estero, poi riportato in Italia tramite bonifici; questo avrebbe consentito loro di accumulare, negli anni, un patrimonio considerevole, reinvestito in numerosi immobili e locali commerciali nel Napoletano e nel Milanese.

Così, il sequestro ha compreso diversi immobili, sei società e partecipazioni, tra cui un ristorante nel centro di Milano.
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