Detenzione illegale di armi comuni da sparo e da guerra, con l'aggravante del metodo mafioso.

È con quest'accusa che sono state arrestate quattro persone dai carabinieri della compagnia di Mondragone (Caserta) insieme al personale del Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria.

Le misure sono state eseguite nelle province di Caserta, Benevento e Torino.

Le indagini, spiegano i carabinieri in una nota, sono state condotte attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali e "lo stretto monitoraggio in carcere di Augusto La Torre, già capo clan di Mondragone tra gli anni '80 e '90, e del fratello Antonio".

Dalle indagini, fanno sapere i carabinieri, è emerso "come i due, a Mondragone dal luglio 2015, abbiano illegalmente detenuto e portato in luogo pubblico più armi comuni da sparo e un'arma da guerra per riaffermare l'egemonia del clan La Torre su quel territorio".

"Gli indagati, inoltre - osservano i carabinieri - avrebbero anche formulato minacce di morte nei confronti del pm Alessandro D'Alessio", titolare dell'indagine insieme a Maria Laura Lalia Morra.

I destinatari dell'ordinanza sono Antonio La Torre e Francesco Tiberio La Torre, rispettivamente fratello e figlio di Augusto La Torre, e altre due persone.

Il capo clan è invece indagato per estorsione, aggravata dal metodo mafioso, poiché, tra marzo e aprile 2015, secondo l'accusa, "inviò, dal carcere di Pescara da dove era detenuto, una lettera minatoria all'amministratore di un condominio di Mondragone, con la quale pretendeva l'assunzione di suo figlio, fatto poi non verificatosi a causa del rifiuto della vittima".

(Unioneonline/D)

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