Dopo il pacco bomba indirizzato al sindaco Chiara Appendino, altre buste sospette a Torino.

Una indirizzata al consigliere leghista torinese Alessandro Sciretti, molto simile a quella recapitata alla prima cittadina. Un plico esplosivo il cui mittente, all'apparenza, sembra lo stesso: scuola Diaz di Genova.

"È successo qualcosa che ci aspettavamo in questo clima, qualcosa che è assolutamente al di fuori del dibattito politico e se ne occuperanno le forze dell'ordine", ha commentato Sciretti, che era finito al centro di polemiche dopo un post pubblicato su Facebook, poi cancellato, che evocava la Diaz (le torture del 2001 in occasione del G8, per intenderci) per i manifestanti anarchici che il 9 febbraio scorso, dopo lo sgombero dell'ex Asilo occupato, avevano causato disordini in città.

Digos e vigili del fuoco sul posto (Ansa)
Digos e vigili del fuoco sul posto (Ansa)
Digos e vigili del fuoco sul posto (Ansa)

Molto diversa invece la missiva arrivata questa mattina nella sede direzionale della Lavazza, al Borgo Aurora. Spedita dal Belgio, conteneva una misteriosa polverina e una lettera scritta in inglese. Con richiesta di soldi: "O pagate o vi inquiniamo il caffè". Un messaggio estorsivo, dunque.

E nel pomeriggio un altro plico sospetto, con una polverina, è arrivato nella sede di un'altra multinazionale con sede in Piemonte. Parliamo della Ferrero, e anche in questo caso sono intervenuti - nella sede di Alba (Cuneo) - gli specialisti dei vigili del fuoco.

(Unioneonline/L)
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