Dopo Bergamo, è Brescia la città italiana più violentemente colpita dal coronavirus.

In città i contagi, stando a quanto riportato dall'assessore al Welfare Giulio Gallera ieri, sono in totale 2.473 (+351 in poche ore).

Quasi 4mila i bresciani in quarantena, diverse le fabbriche che hanno deciso autonomamente di chiudere e gli ospedali sono ormai saturi.

A spaventare è anche la situazione nelle case di riposo per anziani: già sette le vittime in una sola struttura e in una sola settimana, con decine di tamponi effettuati agli operatori sanitari e ai parenti.

Una situazione che potrebbe ricrearsi in altri ospizi.

Solo aumentando i posti di terapia intensiva potrà essere curato un numero di contagiati aumentato di oltre tremila persone nella sola Lombardia negli ultimi due giorni, sottolinea Gallera.

"Con uno sforzo titanico", la Regione è riuscita a portare da 724 a 1.200 i posti disponibili ma il virus corre troppo veloce nella Bergamasca e nel Bresciano.

Ecco perché si stanno recuperando altri 192 posti in tutti gli ospedali lombardi, a partire da quelli milanesi come San Carlo, Niguarda e Policlinico, ma anche al San Gerardo di Monza e al San Matteo di Pavia.

I letti di terapia intensiva, per ora, sono solo virtuali dato che per allestirli serve una strumentazione ad hoc "che oggi non abbiamo e non siamo in grado di recuperare se non attraverso la collaborazione del Dipartimento nazionale della protezione civile", ricorda Gallera. E quindi si torna a Roma in cerca di soluzioni a un'emergenza che la Lombardia vive da 24 giorni senza sapere quando finirà.

(Unioneonline/D)
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