Bocciare i bambini alle elementari è discriminatorio.

A dirlo è un gruppo di insegnanti e pedagogisti, che si sono rivolti al ministero dell'Istruzione per eliminare la possibilità di rimandare gli allievi già dai primi anni della formazione.

In una prima versione della legge delega sulla Buona Scuola del governo Renzi, la bocciatura era stata abolita. Ma il nuovo ministro Valeria Fedeli a gennaio ha modificato il testo, reintroducendo quella nella scuola primaria "in casi eccezionali e comprovati".

Stiamo parlando di migliaia di scolari, che ogni anno si vedono preclusa la possibilità di accedere alla classe successiva: nel 2016 sono stati 11mila, quasi 12mila nel 2015.

"I respinti", scrivono i maestri nell'appello alla Fedeli, "sono figli di immigrati, ragazzi meridionali provenienti dalle famiglie più povere, bambini rom", che andrebbero educati e non puniti grazie a "una scuola più lenta, capace di captare le loro difficoltà e quelle delle famiglie".

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