Dopo la tragedia, le polemiche.

All'indomani della morte del bimbo di due anni dimenticato in auto dal padre a Catania tiene banco il paradosso della legge che prevede l'obbligatorietà dei dispositivi anti-abbandono, che avrebbe dovuto essere operativa dallo scorso 1 luglio, ma che invece è ancora arenata per la mancanza dei decreti attuativi. E la questione, dalla cronaca, diventa politica.

POLEMICHE - "C'è una legge mai entrata in vigore, è una vergogna che la politica in un anno non sia riuscito a scrivere un decreto", attacca Giorgia Meloni, presidente dei Fratelli d'Italia. Che aggiunge: "Spero che il nuovo ministro dei Trasporti De Micheli, che è mamma, scriva il decreto".

L'ITER - "Siamo costernati e profondamente dispiaciuti per la notizia che arriva da Catania di un altro bambino morto in auto dopo essere stato dimenticato sul seggiolino nel sedile posteriore", scrivono invece i parlamentari del Movimento 5 Stelle in una nota. "Il Parlamento - proseguono - ha lavorato subito per la legge che impone l'obbligo di dispositivi salva bebè in auto, ed ora siamo in attesa che si completi l'iter dei pareri sul decreto attuativo, inviato prima all'Unione europea e poi al Consiglio di Stato. Dopo di che il provvedimento sarà in vigore e la sua attuazione potrà contribuire a scongiurare altre tragedie come quella di Catania".

LE ASSOCIAZIONI - Sull'accaduto sono intervenute anche le associazioni.

"Siamo sconvolti di fronte alla morte del bimbo di Catania dovuta a una tragica fatalità", dice Giordano Biserni, presidente dell'Associazione sostenitori Polstrada, "Abbiamo lanciato da molti mesi una campagna informativa e di sensibilizzazione sul tema dell'abbandono di

minori a bordo di veicoli. Speravamo che l'estate finisse senza episodi tragici. Siamo anche amareggiati perché il Decreto Attuativo che avrebbe dovuto individuare le specifiche tecniche del seggiolino anti-abbandono sia stato bocciato dalla Commissione Europea".

"Il nostro Paese - aggiunge Biserni - non può permettersi ulteriori ritardi e chiediamo da subito un intervento del nuovo Ministro dei Trasporti Paola De Micheli con la predisposizione di un nuovo testo che in poche settimane contenga le obiezioni presentate in sede Europea e sia pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Chiediamo anche di sapere come si intendano aiutare le famiglie italiane per quanto attiene il contributo di un milione di euro previsto dalla legge Finanziaria 2019 al fine di acquistare i seggiolini salva-vita".

Prende posizione anche il Codacons: "Invitiamo le case automobilistiche a montare a bordo delle autovetture sensori anti-abbandono per salvare bambini e animali. In tal senso esiste già un software regolarmente depositato dalla nostra associazione che può essere utilizzato da tutte le aziende del settore, senza attendere i tempi infiniti della burocrazia italiana", spiega il presidente Carlo Rienzi.

"Negli ultimi 10 anni - sottolinea poi l'associazione - ben nove bambini sono deceduti in Italia perché dimenticati in auto dai genitori, e le annunciate misure del precedente Governo non sono mai entrate in vigore".

LA RICOSTRUZIONE - Intanto, la Procura di Catania ha aperto un'inchiesta. Il pm Andrea Norzi sta cercando di ricostruire tutte le fasi che hanno portato alla tragedia. Sembra che il padre del piccolo, un ingegnere di 43 anni impiegato all'università della città siciliana, si sarebbe scordato di portare il figlioletto all'asilo nido, recandosi invece direttamente al lavoro.

Il piccolo sarebbe rimasto sul seggiolino del veicolo per tutta la mattina. Intorno alle 13 la madre avrebbe chiamato il marito per chiedergli come mai il bimbo non era al nido. A quel punto l'uomo si è reso conto della dimenticanza ed è corso al parcheggio.

Purtroppo però per il piccolo non c'era più nulla da fare.

(Unioneonline/l.f.)
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