Sofia, la bambina di 4 anni morta per malaria all'ospedale di Brescia, potrebbe aver contratto la malattia nel reparto Pediatria del Santa Chiara di Trento, l'ospedale in cui era stata ricoverata prima del trasferimento a Brescia.

"Due bambini con malaria (erano tornati da una vacanza in Burkina Faso, loro Paese d'origine, ndr), poi fortunatamente guariti e dimessi, erano ricoverati nella nostra struttura sanitaria negli stessi giorni in cui Sofia si trovava in questo ospedale. Dato che la trasmissione della malaria non avviene per via aerea o per contatto, stiamo indagando la rarissima ipotesi che i piccoli avessero, nei bagagli o nei vestiti, delle zanzare". A dichiararlo Paolo Bordon, direttore generale dell'Azienda per i servizi sanitari della provincia di Trento.

IL CALVARIO DELLA PICCOLA - La bimba è stata ricoverata il 13 agosto a Portogruaro per problemi legati al diabete, dopo tre giorni è stata trasferita a Trento, da dove l'hanno dimessa il 21 agosto. Dieci giorni dopo è tornata al pronto soccorso dell'ospedale trentino con febbre alta e sintomi che prima non aveva: le hanno diagnosticato una faringite, visto che non aveva fatto viaggi all'estero nessuno ha immaginato potesse avere al malaria. Così le hanno prescritto una terapia antibiotica e l'hanno mandata a casa. Il 2 settembre Sara è tornata in ospedale, in condizioni gravissime, e a quel punto, facendo analisi più approfondite, le è stata diagnosticata la malaria: è stato riscontrato il parassita Plasmodium falciparum, il più aggressivo. Quindi, dopo un primo trattamento a Trento, il trasferimento a Brescia, dove la piccola è morta.

LE INCHIESTE - Sono due le procure che hanno avviato le indagini sul caso. I magistrati inquirenti di Trento e Brescia hanno aperto un fascicolo, per ora senza indagati, per accertare come possa essersi sviluppata una malattia che in Italia è estinta da decenni (nel 1970 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha incluso l'Italia tra i Paesi indenni da malaria, ndr). Sarà fatta anche luce su quello che è successo nei reparti ospedalieri, per verificare se siano state seguite correttamente tutte le procedure.

(Redazione Online/L)

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