Il cardinale Angelo Becciu ora chiede i danni a monsignor Alberto Perlasca, il suo principale accusatore nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, testimone chiave dell’accusa.

Ma incassa una prima sconfitta: il giudice della Sezione civile del Tribunale di Como Lorenzo Azzi ha respinto la richiesta del prelato di Pattada diretta ad ottenere un sequestro di 500mila euro nei confronti di Perlasca stesso e della sua amica Genoveffa Ciferri, che all'ex capo dell'Ufficio amministrativo della Segreteria di Stato avrebbe ceduto gratuitamente i propri beni immobili a partire dal 2017.

Nel dispositivo dell’ordinanza si legge che “non si rinviene, nella stessa narrativa attorea, alcuna concreta condotta dannosa posta in essere da Perlasca” nei confronti di Becciu.

Risultano inoltre “indimostrate” conseguenze per Becciu dal comportamento del suo ex sottoposto “quanto allo stravolgimento delle abitudini di vita” e al danno biologico, anche se il cardinale si è "riservato di produrre documentazione medica", rilevando più in generale che "la prospettazione del ricorrente fa continuo riferimento a vicende giudiziarie che si limitano a lambire l'oggetto dl presente giudizio e ad articoli di stampa dalla dubbia rilevanza e valenza probatoria". 

(Unioneonline/L)

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