Condannata a trent’anni Loredana Graziano, la donna che nel 2019 ha avvelenato e ucciso il marito perché voleva rifarsi una vita con l’amante, ma andrà ai domiciliari perché ha una figlia di pochi mesi.

La sentenza è stata emessa stamane dal Gup del Tribunale di Termini Imerese (Palermo), Valeria Gioeli. 

La 36enne, nel gennaio del 2019, secondo l'accusa avrebbe ucciso il marito Sebastiano Rosella Musico, un pizzaiolo di 40 anni. Prima gli avrebbe somministrato di nascosto il Coumadin, medicinale anticoagulante abitualmente assunto dalla zia. Poi, visto che non riusciva a raggiungere il suo scopo, è passata al cianuro. Il 22 gennaio 2019 mentre scendeva le scale ha sentito il tonfo del corpo dell'uomo che cadeva, ma è salita in macchina ed è andata a una lezione di canto.

LE INDAGINI – In un primo momento si era pensato a un infarto. Ma i carabinieri, non troppo convinti da questa versione, avevano svolto indagini più approfondite. L'autopsia eseguita sul corpo dell'uomo accertò che era stato avvelenato. A confermare l’identità della responsabile era stata lei stessa, che proprio all’ex aveva confidato di aver avvelenato il marito. La donna è stata quindi arrestata due anni dopo il delitto.

Frattanto ha avuto una figlia che ha pochi mesi e per questo motivo ha ottenuto dal giudice i domiciliari. E’ stata inoltre interdetta in perpetuo dai pubblici uffici e sospesa dall'esercizio della responsabilità genitoriale per tutta la durata della pena. E’ stata poi condannata al pagamento di una provvisionale esecutiva di 140mila euro a favore dei familiari della vittima che si sono costituiti in giudizio assistiti dagli avvocati Salvatore Sansone e Salvatore Di Lisi. Il risarcimento sarà stabilito con un nuovo processo in sede civile. Il processo si è svolto con il rito abbreviato.

LE REAZIONI – "Sono pochi 30 anni di carcere per un omicidio così brutale e premeditato", hanno commentato i familiari della vittima: "Loredana ha assassinato mio figlio - dice la madre Antonina Filicicchia -. Nessuna pena applicata dal giudizio degli uomini potrà restituirmelo ma il mio cuore di madre sarebbe meno affranto se la responsabile scontasse una pena adeguata alla sua condotta assurda e selvaggia".

"Oggi per questo reato non sarebbe concesso il rito premiale del giudizio abbreviato - sottolineano gli avvocati Salvatore Sansone e Salvatore Di Lisi -. Infatti con l'entrata in vigore della legge del 20 aprile 2019, il giudizio abbreviato non è più ammesso per i delitti puniti con l'ergastolo, come, ad esempio, il reato di omicidio aggravato o quello di sequestro di persona aggravato. All'epoca dei fatti, invece, era in vigore una norma che consentiva ancora il rito abbreviato per i reati puniti con la pena dell'ergastolo".

"La battaglia per la tutela delle ragioni della famiglia Rosella Musico - concludono i legali - non finisce oggi, continuerà certamente in appello dove riteniamo di far valere la richiesta, già formulata in primo grado, di nuove contestazioni suppletive di responsabilità dell'imputata per un congruo aggravamento di pena". 

(Unioneonline/D)

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