Si è conclusa in un nascondiglio nella sua abitazione di Marina di Gioiosa Ionica, nel reggino, la latitanza di Salvatore Coluccio, di 42 anni, arrestato nel pomeriggio dai carabinieri del Ros. Il nascondiglio all'interno del quale si nascondeva il boss era nascosto da una intercapedine che si muoveva con un congegno meccanico. Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nel nascondiglio Coluccio, che era disarmato, non ha opposto resistenza. Dopo alcuni accertamenti il boss è stato trasferito a Reggio Calabria dove gli sono stati notificati i provvedimenti restrittivi e successivamente è stato portato in carcere.

IL NASCONDIGLIO DEL BOSS. Il nascondiglio nel quale si trovava Coluccio è dotato di energia elettrica, impianto di aerazione, generali alimentari ed altro materiale per consentire all'uomo di trascorrere la sua latitanza. Nel corso dell'operazione i carabinieri hanno fatto irruzione anche in un albergo adiacente alla casa del boss, di proprietà dei suoceri interrompendo i banchetti di due matrimoni.

COLUCCIO ERA RICERCATO DAL 2005. Salvatore Coluccio, uno dei 30 latitanti più pericolosi, era ricercato dal 2005 perché accusato di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti ed altri reati. Il boss ed il fratello Giuseppe, arrestato l'anno scorso a Toronto in Canada, sono a capo dell'omonima cosca che opera nella zona di Gioiosa Ionica.

TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA. La principale attività gestita dalla famiglia Coluccio è quella del traffico internazionale di droga. Durante la latitanza in Giuseppe Coluccio (sotto falsa identità) aveva continuato a mantenere costanti rapporti con la Calabria, gestendo il traffico di ingenti quantitativi di hashish e cocaina destinati alle cosche jonico-reggine, ed entrando in contatto anche con Giuseppe Cuntrera, detto "Big Joe", figlio di Pasquale (arrestato dal Ros nel 1998 in Spagna) ed esponente della famiglia di narcotrafficanti siciliani Caruana-Cuntrera.

LE INDAGINI. Nel corso degli anni, Salvatore e Giuseppe Coluccio sono stati al centro di numerose indagini dalle quali è emerso il ruolo di raccordo tra i grandi cartelli di fornitori di droga sudamericani e le cosche del reggino. Dopo l'arresto di Salvatore Coluccio il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha telefonato al Comandante Generale dell'Arma, Gianfrancesco Siazzu, per congratularsi dell'importante operazione condotta dai Carabinieri del Ros.
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