Siamo nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 quando nello stabilimento della ThyssenKrupp di Torino, la più importante azienda siderurgica d’Europa, avviene una delle tragedia sul lavoro più drammatiche degli ultimi decenni.

Gli addetti alla linea 5 (ricottura e decapaggio) riavviano l’impianto dopo un fermo per manutenzione, ma un irregolare scorrimento del nastro contro la carpentiera metallica produce un attrito che innesca prima delle scintille, poi un incendio, dovuto soprattutto alla presenza di molta carta intrisa d’olio. Le fiamme danneggiano un tubo flessibile dell’impianto da cui fuoriesce dell’olio incandescente, che investe gli operai.

Antonio Boccuzzi, il sopravvissuto (Ansa)
Antonio Boccuzzi, il sopravvissuto (Ansa)

Antonio Boccuzzi, il sopravvissuto (Ansa)

Il bilancio è drammatico: sette morti, unico sopravvissuto Antonio Boccuzzi. Antonio Schiavone, 36 anni, muore sul luogo della tragedia, gli altri sei poco dopo in ospedale. I loro nomi: Roberto Scola, 32 anni, Angelo Laurino, 43, Rocco Marzo, 54, Bruno Santino, Giuseppe Demasi e Rosario Rodinò, tutti di 26 anni.

L’incidente solleva l’indignazione generale, i dirigenti dello stabilimento vengono insultati durante i funerali e da più parti vengono sollevate critiche all’azienda. Sia perché secondo alcune testimonianze i sistemi di sicurezza non hanno funzionato (estintori scarichi, idranti inefficienti e mancanza di personale specializzato), si perché alcuni operai coinvolti stavano lavorando da 12 ore.

Le vittime (Ansa)
Le vittime (Ansa)

Le vittime (Ansa)

L'azienda ha sempre smentito che all'origine dell'incendio vi fosse una violazione delle norme di sicurezza, ma l’ex ad Harald Espenhahn e diversi manager sono stati condannati. Espenhahn a 9 anni e 8 mesi, Daniele Moroni a 7 anni e mezzo, Raffaele Salerno a 7 anni e 2 mesi, Cosimo Cafueri a 6 anni e 8 mesi, Marco Pucci e Gerald Priegnitz a 6 anni e 3 mesi.

(Unioneonline/L)

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