30 anni di carcere alla madre che uccise la figlioletta e ne finse il sequestro
Rea confessa, non ha mai spiegato il movente del delitto. La piccola Elena non aveva ancora 5 anniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
30 anni di reclusione. È la sentenza emessa dalla prima Corte d’Assise di Catania nei confronti di Martina Patti, la 25enne rea confessa dell’omicidio della figlia Elena, una bimba di quasi 5 anni, uccisa con un'arma da taglio nel giugno 2022 e seppellita in un campo vicino a casa, a Mascalucia.
I nonni paterni e il padre della piccola vittima si sono costituti parte civile. La difesa aveva chiesto l'assoluzione per incapacità di intendere e di volere e in subordine il riconoscimento delle attenuanti generiche e l'esclusione dell'aggravante della premeditazione.
L'imputata era in aula alla lettura della sentenza.
La donna avrebbe ucciso la piccola nel luogo del ritrovamento, un campo abbandonato, e poi avrebbe finto il sequestro della bambina all'uscita dall'asilo. Martina Patti ha confessato il delitto, ma non ha mai spiegato il movente.
La sera prima, la bambina aveva dormito dai nonni. La mattina dopo la zia l'aveva accompagnata all'asilo e la madre era andata a riprenderla per poi tornare a casa.
Successivamente Martina Patti era uscita nuovamente con l'auto, per creare un diversivo, quindi era ritornata nell'abitazione.
In quel lasso di tempo sarebbe stato commesso il delitto, la mamma aveva seppellito il corpicino nascosto in cinque sacchi di plastica nera e semi sotterrato con una pala e un piccone. La 25enne aveva fatto scattare la messa in scena: dopo aver avvisato per telefono del falso sequestro i genitori e il padre di Elena, il suo ex compagno Alessandro Del Pozzo, era tornata a casa e dopo, accompagnata dalla madre e dal padre, era andata dai carabinieri a presentare denuncia. Aveva raccontato di alcune minacce che nel 2021 l'ex convivente aveva trovato davanti al cancello, ma la sua versione non aveva retto ai riscontri e alle indagini.
(Unioneonline/s.s.)