Cannonau, l'oro di Mamoiada: nasce un consorzio con 70 aziende
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Un paese di... vino. Dieci cantine, due storiche e altre che fanno impresa con un fatturato di 2 milioni di euro. Ma anche duecento piccoli produttori con il loro universo di saperi. Mamoiada oggi ha sempre più consapevolezza delle proprie risorse e potenzialità. Ma soprattutto ha ben chiara la strategia per fronteggiare i mercati. L'imperativo è procedere uniti e parare fronte alle sfide. In mutuo soccorso. Uno per l'altro, finalmente insieme, come in una squadra che si rispetti.
MAMOJÀ Nel paese dei mamuthones, dopo un importante processo di aggregazione frutto di numerosi incontri e riunioni, si è appena costituita l'associazione Mamojà che raggruppa 70 viticoltori di cannonau. Il neonato sodalizio si è dato un accattivante e identitario logo, uno statuto e un consiglio direttivo già al lavoro per programmare eventi e iniziative sull'universo di bacco. In agenda c'è subito un appuntamento per sabato 30 aprile, Notte Nighedda, che si annuncia di grande richiamo. Un vero e proprio tour al calar della sera tra gli artigiani del vino, degustazioni e visite nelle cantine, preceduto nel pomeriggio da un convegno (Mamoiada, un territorio di vino) per presentare pubblicamente l'associazione con esperti a livello nazionale.
IL PRESIDENTE «L'obiettivo che ci ha spinto a unirci è lavorare per tutelare e sviluppare questo territorio vocato alla viticoltura, attraverso il vino», dice Francesco Sedilesu, delle omonime cantine, eletto presidente di Mamojà. «Ci siamo dati un disciplinare di produzione che punta sulla viticoltura biologica e la lavorazione del vino artigianale. Promuoveremo manifestazioni per una crescita culturale e tecnica dei produttori e allo stesso tempo mirate a offrire uno spaccato al mondo esterno sullo spirito produttivo della nostra realtà. Questo nostro percorso rientra nel moderno corso dei vini artigianali o naturali che è un ritorno al vino come espressione di territorio e non mera operazione industriale. La viticoltura come precisa scelta economica ma nel rispetto di noi stessi e della terra».
VINO COME SVILUPPO Il paese, con i suoi 300 ettari di vigneto e un territorio che assume particolare fascino anche grazie ai filari soprattutto nella zona della chiesa di Loreto Attesu , crede in questa nuova primavera. «L'associazione è importante perché può essere un volano di sviluppo per tutto il paese», dice il vice presidente Dario Gungui, uno che per amore della campagna ha lasciato il settore edile dove lavorava da venti anni. «Stiamo scrivendo la storia di Mamoiada e lo dobbiamo fare tutti insieme».