Un'annata d'oro per 11 vini sardi:acclamati dal Gambero Rosso
L'autunno ha regalato una pioggia di medaglie ai vini della Sardegna: ben undici hanno conquistato il premio Tre bicchieri, massimo riconoscimento della prestigiosa rivista Gambero Rosso.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Se si aggiunge che la Malvasia di Bosa di Battista Columbu ha ottenuto il massimo punteggio dalla Guida dell'Espresso, la Sardegna può a buon diritto brindare a un'annata eccezionale. Trionfa quindi il vino di qualità, anche se, per ironia della sorte, targhe e medaglie arrivano nel corso di una vendemmia piuttosto avara di soddisfazioni.
UNDICI VINI Meglio allora parlare del trionfo del Gambero Rosso. Gli undici vini che hanno conquistato i Tre bicchieri sono: Alghero Marchese di Villamarina 2005, Sella e Mosca, Barrua 2007, Agricola punica, Santadi; Cannonau di Sardegna Dule, riserva 2007 di Giuseppe Gabbas, Nuoro; Cannonau di Sardegna Mamuthone 2008, Giuseppe Sedilesu, Mamoiada; Cannonau di Sardegna Viniola riserva 2007, Cantina sociale di Dorgali; Carignano del Sulcis Is Arenas riserva 2007, Cantina Sardus Pater, Sant'Antioco; Gerione 2007, Feudi della Medusa, Santa Margherita di Pula; Turriga 2006, Cantine Argiolas, Serdiana; Vermentino di Gallura superiore Thilibas 2009, Cantina Pedres, Olbia; Vermentino di Gallura Vigna'gena 2009, Capichera Arzachena; Vernaccia di Oristano riserva 1999, Fratelli Serra, Zeddiani.
VINI DI ECCELLENZA Vini di eccellenza sul piano della qualità, secondo la severa giuria del Gambero rosso, ma anche per un costo ragionevole. Tre prodotti sardi sono stati premiati anche nella categoria “Tre bicchieri sotto i quindici euro”, istituita quest'anno. Sono il Cannonau di Gabbas, il Cannonau di Sedilesu e il Vermentino di Gallura di Pedres. Dimostrazione incontestabile che in Sardegna si può ancora acquistare un'ottima bottiglia senza spendere una fortuna.
Spulciando nella lista dei premiati, si nota un certo equilibrio fra grandi nomi e piccoli produttori, privati e cantine sociali (alla faccia di chi non crede che le cooperative possano seguire la strada della qualità). Così, accanto a grandi aziende, si nota la conferma di vignaioli del Nuorese, come Sedilesu e Gabbas (premiati anche dall'Espresso) e dell'Oristanese (fratelli Serra).
LA VERNACCIA Dall'elenco dei magnifici undici emerge una Sardegna vinicola che sottolinea, ancora una volta, la prevalenza dei grandi vitigni storici, Vermentino e Cannonau, ma con qualche interessante novità. Intanto la premiazione della Vernaccia di Oristano, vino glorioso che sembrava destinato a inarrestabile decadenza a causa di una politica produttiva e commerciale suicida. Il premio ai fratelli Serra dimostra che la Vernaccia può tornare ad essere una bandiera enologica della Sardegna.
Ma i tre bicchieri non hanno premiato solo i vini nati da vitigni autoctoni. Come dimostrano il Marchese di Villamarina, Cabernet Sauvignon al cento per cento, il Barrua, uvaggio in cui al Carignano si sposano Merlot e Cabernet e il Gerione, Cagnulari e Cabernet franc. Ce n'è abbastanza per rinfocolare la polemica fra i sostenitori dei vitigni autoctoni e gli “esterofili”. Da sottolineare infine, il premio al Carignano di Sant'Antioco, conferma del prestigio di un vino in continua ascesa, ma anche exploit di una cantina sociale che, dopo un periodo difficile, sta compiendo passi da gigante nella produzione di rossi e perfino bianchi.
400 CANDIDATI Insomma, un trionfo a 360 gradi quello dei vini sardi al concorso del Gambero Rosso, perché distribuisce i riconoscimenti su tutto il territorio isolano. A dimostrazione dell'antica vocazione enologica dell'Insula vini.
Che si tratti di una exploit non episodico lo conferma l'alto numero dei candidati isolani: circa 400, presentati da 64 aziende. Sono ben 28 i bianchi e rossi arrivati alla finale per i Tre bicchieri e 107 quelli che hanno conquistato il premio Due bicchieri. «Il risultato finale testimonia i grandi progressi compiuti in questi ultimi anni dalla nostra enologia», commenta soddisfatto Gilberto Arru, uno dei degustatori che, insieme a Giuseppe Carrus e ai collaboratori Augusto Piras ed Enrico Melis ha esaminato i vini sardi. Il giornalista enogastronomico Arru parla a ragion veduta. Vecchio collaboratore del Gambero rosso, «dalla fondazione, quando era un supplemento del Manifesto», segue da oltre trent'anni i destini dei vini sardi nel mondo. E, paradossalmente, si preoccupa dell'ottimo risultato, «perché la Sardegna in questo concorso ha ottenuto molto, in rapporto al numero di cantine e a quanto produce. Ora però è importante saper gestire il successo. Operazione difficile quanto conquistarlo». E' in pena per i piccoli produttori, Arru «perché le grandi aziende hanno strutture solide sotto il profilo commerciale, mentre lo stesso non si può dire per le più piccole. Purtroppo, è già capitato altre volte in passato che il vignaiolo, dopo un premio, abbia ricevuto ordini di vino esagerati rispetto alle sue potenzialità e abbia combinato qualche pasticcio. Perdendo, di colpo, tutto il prestigio conquistato». Allora, che fare? «Non montarsi la testa».
LUCIO SALIS