Trenitalia non ha ancora speso nulla, ma comprerà diciotto treni nuovi di zecca per la Sardegna e già se li sognano i pendolari (se ne contano 13.300 ogni giorno) sopravvissuti agli anni di corse annullate, ritardi paurosi, coincidenze fallite.

"È una buona giornata", ha annunciato il presidente Francesco Pigliaru che ieri, assieme all'amministratore delegato di Trenitalia Barbara Morgante, ha firmato il nuovo contratto di servizio valido fino al 2025. Una firma arrivata dopo una trattativa dura, estenuante, quasi un braccio di ferro.

LE CONDIZIONI - Il contratto punta sulla qualità del trasporto, fissando ad esempio indicatori di comfort del viaggio e puntualità che, se non osservati, costringeranno Trenitalia a pagare la penale al committente del servizio, ovvero la Regione.

Dunque, la Sardegna darà a Trenitalia 43 milioni all'anno a fronte di 3,7 milioni di chilometri percorsi (180 i treni in viaggio ogni giorno sulle linee regionali, 43 le stazioni servite) nonché dell'impegno a investire sul rinnovo del parco treni. Sotto questa voce l'investimento complessivo è di 123 milioni di euro: Trenitalia ce ne metterà 114, mentre la Regione quasi 9 milioni e mezzo.

Verranno acquistati diciotto nuovi convogli: dieci Swing (consegna il prossimo anno) e otto Automotrici di nuova generazione (arriveranno tra il 2020 e il 2021).

IL PATTO - "I Swing sono già stati ordinati, gli altri - ha spiegato l'amministratore delegato - saranno acquistati a valle di una gara lanciata un mese e mezzo fa per 135 nuovi treni diesel, i primi otto per la Sardegna. La gara è in corso, contiamo di affidare la commessa per gli inizi del 2018. È un impegno importante sul fronte del rinnovo della flotta: i sardi lo percepiranno via via, negli anni a venire. Crescerà la qualità del servizio per chi sceglie di viaggiare sul treno. Un obiettivo che ci permette di riacquistare la credibilità che si era persa".

LA RETE - I cittadini, ha puntualizzato Pigliaru, "vogliono la garanzia della puntualità nonché la comodità durante il viaggio. È a queste esigenze che vogliamo rispondere investendo sulla qualità del trasporto. Con questo intervento l'età media dei nostri treni passerà da 23 anni a 4,5". Già, ma il vero problema è lo stato della rete, non solo quella ordinaria gestita da Rfi, ma pure quella a scartamento ridotto dell'Arst.

Era il problema che ha costretto i Pendolini a comportarsi come una littorina. Il presidente non aspetta obiezioni: "In questo contratto di servizio stiamo parlando meno di velocità dei treni perché questo aspetto riguarda le nuove tecnologie e lo stato della rete". Appunto.

"Per far sì che i treni vadano più veloci il ministro Delrio ha previsto una cura del ferro allocando oltre 400 milioni per la rete ferroviaria sarda". Fondi un po' della Regione (20 milioni per il sistema di controllo marcia-treno), gli altri del Patto per il Sud, Fondo sviluppo e coesione, Ministero, Rfi.
© Riproduzione riservata