Traffico di droga e assalti ai portavalori emergenze criminali in Sardegna: il dossier dell’Antimafia
L’analisi della Dia: nell’Isola la criminalità organizzata continua a non strutturarsi, ma aumentano gli investimenti dei proventi di attività illecite. L’anno scorso arrestato un camorrista pentito, ma recidivoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
In Sardegna «non si registra la presenza di associazioni di tipo mafioso a carattere autoctono tuttavia nelle attività di contrasto, eseguite nel
corso degli anni, sono state riscontrate proiezioni delle mafie tradizionali che hanno posto in essere investimenti immobiliari proventi di attività illecite». Inizia così il capitolo della relazione della Direzione investigativa antimafia, relativa al 2024, pubblicata oggi, dalla quale emerge che la droga rimane l'elemento principale della criminalità e resta sempre alta l'attenzione sugli assalti ai portavalori e sulle intimidazioni agli amministratori locali.
Gli appalti del Pnrr
Un quadro in linea con i precedenti: l'unica variazione riguarda le verifiche effettuate dalle Prefetture sarde sulle iscrizioni alla Banca dati nazionale dell'Antimafia da pate delle società che intendono partecipare ad appalti pubblici. In Sardegna nel 2023 erano state 19.210, lo scorso anno sono salite a 21.119, pari al più 9,94%. Questo dato diventa ancora più evidente se visto sul fronte degli appalti legati al Pnrr: 406 società nel 2023 e 683 nel 2024, +68,23%, la più alta percentuale di crescita del centro Italia. Il dato dimostra una proattività delle Prefetture ma non irregolarità riscontate. Secondo la relazione della Dia, «la principale attività illecita si conferma essere quella legata al settore degli stupefacenti, con particolare riguardo alla coltivazione, con tecniche sofisticate, di vaste piantagioni di cannabis e non si può escludere che parte della produzione potesse essere destinata anche fuori regione». Sono emersi inoltre «contatti di soggetti criminali isolani con le tradizionali organizzazioni mafiose del sud Italia nel settore del traffico degli stupefacenti, finalizzati all'introduzione nel territorio isolano di cocaina».
Assalti ai portavalori
Un altro fenomeno «che ha destato allarme sociale», si legge nel report, «è quello degli assalti ai portavalori, in quanto spesso commessi con modalità particolarmente cruente e a volte anche con armi da guerra. Nel periodo di riferimento sono stati registrati, infine, alcuni episodi intimidatori nei confronti di imprenditori e pubblici amministratori locali». Le indagini ancora in corso dovranno stabilire se ci sono connessioni tra la banda smantellata dopo il colpo in Toscana e le operazioni criminali condotte alla Mondialpol di Sassari e a Siligo.
Nella relazione vengono elencate le varie intimidazioni e gli episodi salienti di criminalità avvenuti nel 2024: dal sequestro di 30 chili di cocaina operato dalla polizia l'11 aprile, all'assalto al portavalori di Siligo del 31 gennaio fino all'omicidio di Arzana del 9 luglio risolto oggi con il fermo del latitante ogliastrino Sandro Arzu.
Il camorrista arrestato
Inoltre il 30 luglio 2004 è stato arrestato in Sardegna un esponente apicale del clan di Camorra Fontanella, di Sant’Antonio Abate. Considerato responsabile di vari omicidi, poi divenuto collaboratore di giustizia, era tornato in libertà a fine 2023 «dopo aver espiato un lungo periodo di reclusione. Tuttavia, il 30 luglio 2024, l’uomo è stato nuovamente tratto in arresto dai carabinieri unitamente ad un complice in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso». L’indagato, «arrestato in Sardegna dove aveva trasferito il proprio domicilio, secondo le indagini, il 2 luglio 2024 avrebbe avanzato una richiesta estorsiva di 1 milione di euro ad un noto imprenditore di Sant’Antonio Abate».
(Unioneonline)