Il messaggio che arriva sullo smartphone passa quasi inosservato: "Da ora è attiva Tim in nave per comunicare anche in mare aperto".

Ed è un errore non leggerlo perché chi sale in una nave corre il rischio di vedere il credito telefonico prosciugato.

Una disavventura che vivono i croceristi e, soprattutto, i sardi che raggiungono la Penisola in nave.

IL RACCONTO - Tra le "vittime" anche il fumettista cagliaritano Bruno Olivieri.

"Spesso", racconta, "per andare a trovare mio figlio in Toscana, mi imbarco sulla Olbia-Livorno. In passato mettevo lo smartphone in modalità aereo perché, passando vicino alla Francia, si correva il rischio di pagare il roaming con qualche compagnia di quel Paese. Ma, visto che le disposizioni dell'Ue hanno tolto questi costi, a momento di salire in nave non mi sono preoccupato".

LA SCOPERTA - Solo all'arrivo in porto Olivieri si è accorto che qualcosa non andava.

"Avevo tenuto il telefono in tasca per tutta la traversata. Sbarcato, l'ho tirato fuori per chiamare mio figlio. Ma non partiva alcuna chiamata. Mi è venuto il dubbio che si fosse esaurito il credito e ho effettuato una ricarica. A quel punto sono riuscito a chiamare".

Lì per lì Olivieri non ci ha fatto caso.

"La Tim dice che invia un sms per avvertire dell'attivazione del servizio. Io non ricordo di averlo visto".

Quando ha letto su Facebook la lamentela di un altro cliente Tim, ha ricollegato.

"Ho guardato la bolletta e ho scoperto che sia a me che a mia moglie erano stati addebitati 7,50 euro. Mi sono messo in contatto con la compagnia: mi hanno detto che, dai tabulati, risultava che sui telefoni c'era stato traffico. Ma nessuno di noi ha usato lo smartphone".

I COSTI - Il fatto è che, per consentire l'uso del telefono in nave, non si utilizza la normale rete mobile terrestre ma quella satellitare.

E l'ideale "tassametro" corre: una telefonata in uscita costa 2 euro al minuto (con lo scatto di 50 centesimi alla risposta), in entrata ha la stessa tariffa (senza scatto alla risposta), l'invio di un sms 60 centesimi.

Basta - si può obiettare - non usare il telefono.

Sbagliato: c'è anche il traffico dati che costa 1,8 euro per 100 chilobyte: si paga anche quando si ricevono messaggi WhatsApp o Messenger. E mica poco: se un testo pesa sino a cinque byte, l'invio di una foto pesa 86 chilobyte, la ricezione poco meno. Una telefonata via WhatsApp consuma 550 chilobyte.

I CONSUMATORI - La protesta, come capita di questi tempi, è finita sui social.

Qualcuno ha deciso di contattare la Tim. Altri si sono rivolti alle associazioni di consumatori.

"Su questa situazione specifica", racconta Giuliano Frau dell'Adoc, "non abbiamo ricevuto segnalazioni ma ci siamo ritrovati davanti a problemi simili. C'è un errore di fondo: una compagnia deve proporre un servizio e chiedere all'utente se vuole utilizzarlo. Invece, il servizio viene imposto. In una maniera discutibile: un utente riceve molti messaggi dalla sua compagnia e finisce con il guardarli distrattamente. Lo segnaleremo all'Agicom".

LA TIM - Un servizio utile, spiegano dalla Tim. E che dipende dalla società telefonica ma anche dalle compagnie di navigazione.

"Chi si imbarca su un traghetto o su una nave da crociera utilizza la rete satellitare e non la rete mobile terrestre. Tutti i clienti Tim sono abilitati a usufruire di Tim Nave. I clienti vengono informati del servizio già nel momento dell'imbarco da parte delle compagnie di navigazione consorziate. Nel momento dell'attivazione e in occasione del superamento di determinate soglie di traffico, il cliente riceve un sms che contiene le informazioni preventive sui costi e il livello di spesa raggiunto. Tim in Nave viene disabilitato quando la nave si trova in prossimità di un porto o delle coste".

Un servizio, proseguono, più economico rispetto alla concorrenza, che prevede anche abbonamenti. Magari è una buona notizia. Ma non per chi si è ritrovato il credito telefonico azzerato.

Marcello Cocco

© Riproduzione riservata