Fatela, una prova-galateo, quando uscite da un luogo affollato e tenete la porta aperta per la persona che vi segue: nemmeno la toccherà e così faranno molti altri, lasciandovi lì a fare il portiere.

Oppure provate a uscire da un qualunque bar aprendo la porta: appena si crea il varco, chi deve entrare vi passa davanti, non saluta il banconiere e intima: "Fammi un caffè".

Inutile consolarsi perché l'uomo che i vigili urbani hanno multato per 3.300 euro al Poetto, perché faceva la pipì per strada, era un turista francese.

Inutile perché Supercafone è anche a Cagliari, dove vive ed esercita.

Se così non fosse, alla Marina la movida non sarebbe tanto chiassosa e non lascerebbe ogni notte un tappeto di bottiglie. E nessuno darebbe del tu allo sconosciuto cameriere del ristorante.

Non ci sarebbero le mancate precedenze con insulto agli incroci, non s'improvviserebbero proteste farlocche per la qualità del cibo nei ristoranti dove in realtà non si vuole pagare il conto. Succede qui, da noi, tutti i giorni.

AL BAR - "I croceristi e i cagliaritani vanno in bagno senza consumare, molti buttano le cicche nelle aiuole qui nel Largo, e se li rimproveri ti mandano al diavolo".

Pupa Dessalvi, banconiera al City bar, si dichiara sconfitta: "Sempre meno persone salutano e ringraziano, siamo alla deriva".

TRASPORTI PUBBLICI - Pierpaolo e Sandro, conducenti del Ctm (senza cognomi, servirebbe il permesso aziendale), il Supercafone lo individuano subito: "Al primo posto, il passeggero che ascolta musica a tutto volume dal telefonino. Poi quelli che viaggiano con i piedi sul sedile di fronte. Alcuni", aggiungono, "ti criticano perché vai troppo veloce, altri perché sei lento, c'è chi si lamenta per l'aria condizionata troppo alta: appena la spegniamo, protesta un altro".

Ovviamente, chi più si lamenta non ha il biglietto, "ma i verificatori lavorano sodo".

Non che sui taxi vada meglio: "I clienti danno ordini, urlano al telefono, non pagano per intero la corsa con i pretesti più diversi", conferma Luca Pintauro, tassista. "Una volta ho pranzato in un locale lasciando il taxi chiuso: al ritorno, un cliente mi ha insultato. Bastava leggere il numero di telefono e chiamarne un altro, mentre esercitavo il mio diritto al pasto".

NEI NEGOZI - Clienti che alle 19 tengono occupata una commessa per un'ora e commentano "che schifo" a ogni capo di abbigliamento proposto, poi se ne vanno senza acquistare: fanno orario, nell'attesa dell'ora di cena.

Non mancano le lamentele per i bambini allo stato brado (proprio come in spiaggia e al ristorante: colpa dei genitori maleducati) che toccano e rompono quel che trovano.

Tutti i commercianti lo dicono, ma senza coraggio: nessuno si espone con nome e cognome.

BANCHE, POSTE E MARKET - Ci sono i numerini, proprio per evitare discussioni sul turno del cliente da servire, ma ogni giorno si assiste ai tentativi di saltare la fila.

I CANI - Cagliari è ormai un tappeto di bisognini, pochi raccolgono i "regalini" lasciati dai propri cani sul marciapiede. Ma poi protestano per le auto in doppia fila.

AL VOLANTE - A proposito: tra sosta selvaggia, precedenze non date, insulti a chi, la precedenza, ce l'aveva, Supercafone ha inventato la sosta sulla striscia bianca tra due stalli, occupandoli così entrambi. Non è incapace: lo fa apposta, spiega la Polizia municipale, "per avere più spazio quando apre le portiere e non farsele ammaccare dall'apertura delle portiere dell'auto a fianco".

Il fenomeno è sempre più frequente, al punto che le foto di parcheggi "artistici" abbondano in un gruppo Facebook che si chiama Aic: Automobilisti imbecilli cagliaritani. Si contesta la scortesia, senza troppa cortesia.

E con tutta questa maleducazione cagliaritana, non c'entrano i francesi.

Luigi Almiento

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