Nessuna apertura da Glencore. Ma c’è uno spiraglio: il Governo sta vagliando una manifestazione d’interesse da parte di un soggetto che sarebbe intenzionato  all’acquisizione della  linea di produzione dello zinco, attualmente in capo alla multinazionale svizzera.

Questa la conclusione del vertice al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla vertenza Portovesme Srl. 

All’incontro con il ministro Adolfo Urso, la sottosegretaria Fausta Bergamotto e i rappresentanti di Glencore, hanno preso parte per la Regione Sardegna l’assessore dell’industria Emanuele Cani, l’assessora del lavoro Desirè Manca e l’assessora dell’ambiente Rosanna Laconi, quest’ultima da remoto.

Video di Egidiangela Sechi

«Continua a essere evidente la totale chiusura da parte della società a valutare qualunque ipotesi che contempli il mantenimento in funzione dell’impianto di produzione dello zinco», ha commentato l’assessore Cani. «Noi come Regione abbiamo ribadito la necessità di tenerlo aperto, e nonostante le perplessità del caso», ha concluso l’assessore, «guardiamo con cauta fiducia alla manifestazione di interesse da parte di un soggetto imprenditoriale interessato a rilevare la linea zinco».

«L'incontro con la Glencore  è stato deludente. L’azienda ha confermato il fermo impianto della linea zinco a Portovesme, lo stabilimento del Sulcis, per il prossimo 31 dicembre, mantenendo in marcia la sola linea Waelz, ovvero il trattamento dei fumi di acciaieria». Così Fabrizio Framarini, segreteria comparto Chimico Femca Cisl nazionale e Vincenzo Lai, segretario generale Femca Cisl Sardegna Centro Sud, al termine del tavolo. 

«Tuttavia», aggiungono, «abbiamo appreso che il progetto della multinazionale per la trasformazione del litio è stato depositato alla Commissione europea. Un segnale di speranza, unito a una cauta apertura nei confronti del Governo e dei sindacati, sulla possibilità di mantenere in attività il sito produttivo oltre la data indicata per la chiusura, qualora il Mimit incontrasse l’interesse di un nuovo soggetto industriale».

Ora «il prossimo passaggio è il 20 dicembre data entro la quale il Mimit effettuerà le necessarie verifiche in situ, volte a coinvolgere un nuovo partner e formulare una proposta che scongiuri la chiusura degli impianti». 

Dura la posizione della Cgil. Non siamo disponibili «ad accettare scambi al ribasso o attese inutili mentre si chiudono le produzioni, si mandano a casa i lavoratori e le lavoratrici degli appalti e si prende tempo in attesa di progetti alternativi alle produzioni di zinco e piombo»: queste le parole dei segretari regionale e nazionale Cgil Fausto Durante e Pino Gesmundo sull’esito dell’incontro. 

La Glencore, per i sindacalisti, «non vuole più produrre piombo e zinco in Sardegna e questo deve indurre tutte le parti in causa, a partire da Governo e Regione, a fare tutto ciò che serve per garantire che quelle produzioni siano mantenute nel sito di Portoscuso, anche attraverso l’individuazione di altri soggetti industriali, ma è evidente che sino a quando questa circostanza non sarà realizzata, Glencore dovrà garantire sia la prosecuzione in marcia della linea zinco indispensabile per la funzionalità e l’efficienza degli impianti per il soggetto industriale che auspicabilmente arriverà, sia la continuità dei rapporti di lavoro di tutti gli addetti, diretti e indiretti».

(Unioneonline/E.Fr.)

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