Portovesme, delusione dopo il vertice di Roma. Don Mura: «Le ipotesi non ci bastano più»
Assemblea in fabbrica, l'appello del parroco di Portoscuso: «Cari politici e industriali, qui servono progetti»«Le ipotesi per un futuro lontano non ci bastano. Cari politici e industriali, qui servono progetti concreti per tutti gli operai che vedono il loro posto di lavoro a rischio e con esso il futuro delle loro famiglie».
Nelle parole di don Antonio Mura, parroco di Portoscuso e responsabile della pastorale del Lavoro della diocesi di Iglesias, è ben sintetizzata la delusione degli operai diretti e indiretti della Portovesme srl dopo il vertice che a Roma ha visto seduti a un tavolo Glencore, Governo, Regione, istituzioni locali e sindacati.
L’ipotesi dell’arrivo di un nuovo investitore per la linea zinco che Glencore ha confermato di voler abbandonare non basta a rasserenare gli animi, soprattutto dei lavoratori degli appalti che il 31 dicembre vedranno cessare il proprio lavoro: «Risposte concrete subito – hanno chiesto in tutti gli interventi durante l’assemblea che si è svolta oggi in fabbrica dove ha preso parte anche il sacerdote – le promesse non bastano più».