"Un'organizzazione che non mette in condizioni il paziente di seguire puntualmente le terapie ha qualche criticità interna da affrontare".

A sostenerlo è Graziano Lebiu, presidente dell'Opi di Carbonia-Iglesias, in merito alla "disavventura" che Roberto Zucca - 57 anni, di Nebida, frazione di Iglesias - sta vivendo all'ospedale Sirai, dove è in cura per un tumore al polmone.

L'uomo è in attesa di iniziare il quinto ciclo di chemioterapia (previsto tre settimane fa) perché, in un primo tempo, mancavano i Picc (acronimo di peripherally inserted central catheter, ovvero catetere venoso centrale inserito in vena periferica), poi perché non c'erano medici anestesisti per l'inserimento dello stesso dispositivo.

"È possibile che si sia giunti ad una condizione in cui i problemi, in quanto molteplici, non si vedano più o si banalizzino. Peraltro l'inserimento dei Picc potrebbe essere fatto dal personale infermieristico specificamente formato: ma bisogna che ci sia coinvolgimento".

Sulla vicenda prende posizione anche l'associazione Amici della vita che, oltre a manifestare la solidarietà a Roberto Zucca, critica duramente i vertici sanitari. "Una Assl o Ats di professionisti conosce i bisogni dei pazienti del proprio territorio - dice Giorgio Madeddu, responsabile scientifico del sodalizio e medico di base - quando interviene a scorte esaurite, dimostra di essere dilettante".
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