Carbonia, gli storici macchinari dell'ex falegnameria trovano casa alla Grande Miniera di Serbariu
Il sindaco Pietro Morittu: «Salvare un bene storico da oggi patrimonio della città è motivo d’orgoglio»La demolizione del rudere di via Costituente a Carbonia è quasi completata e lo stabile cadente che faceva brutta mostra di sé in uno degli ingressi della città entro breve tempo sarà solo un ricordo sbiadito.
Al suo interno erano "mal" custoditi alcuni macchinari storici risalenti a quasi un secolo fa, che da oggi saranno ospitati nella Grande Miniera di Serbariu: «L'idea di salvare quei macchinari risale alle fasi iniziali del Museo del Carbone», racconta il responsabile Mauro Villani. «Dopo oltre 15 anni si è riusciti a salvare un importante tassello di storia della città».
I macchinari si trovano ora stoccati in uno spazio temporaneo, in attesa della fine dei lavori di sistemazione della Grande Miniera di Serbariu: «Non appena sarà terminato il cantiere riprenderemo possesso degli spazi restaurati», prosegue Villani. «Ci impegneremo, di concerto con l'amministrazione, a trovargli una giusta sede definitiva che possa valorizzarli al meglio».
A sollecitare il salvataggio erano stati anche diversi cultori della storia locale: «La sega a nastro circolare risale agli inizi del Novecento, e così altri macchinari», afferma Roberto Pusceddu, appassionato di archeologia industriale. «Sarebbe stato un vero peccato perderli per sempre. In tanti ci chiedevamo che fine avrebbero fatto quei macchinari che hanno prodotto tanti infissi per le case di Carbonia dalla sua fondazione fino agli anni '60».
A inizio anno l'amministrazione comunale aveva stanziato 45.000 euro per le operazioni di bonifica e demolizione dello stabile fatiscente, risolvendo definitivamente il grave problema di decoro urbano che permaneva da decenni: «Con il risanamento dell'area si chiude un ciclo durato anni», dice il sindaco di Carbonia Pietro Morittu. «Riuscire a risolvere l'annoso problema dell'ex falegnameria e contemporaneamente salvare un bene storico che da oggi sarà patrimonio della città è per noi motivo d'orgoglio».